Catastrofe umanitaria in Sud Sudan

I dati epidemiologici sulla mortalità e la malnutrizione raccolti nei giorni scorsi da Medici Senza Frontiere (MSF) in due campi rifugiati in Sud Sudan mostrano tassi di mortalità e malnutrizione ben al di sopra la soglia d’emergenza. Da giugno, una media di 5 bambini muoiono ogni giorno nel campo di Yida e nel campo di Batil e un bambino su tre è affetto da malnutrizione.

Siamo riusciti a intervistare Gabriele Santi, Responsabile dei progetti di MSF a Doro (nella contea di Maban), per avere una testimonianza diretta sulle tragiche condizioni dei rifugiati in Sud Sudan e le attività di assistenza medico-umanitaria di MSF.
Gabriele Santi è alla sua settima missione con Medici Senza Frontiere. Prima del Sud Sudan è stato in Etiopia, Pakistan, Indonesia, Malta e Sud Africa.

Qual è la situazione attuale nel campo di Doro?

Nel campo di Doro sono presenti attualmente circa 42 000 rifugiati. Il nostro team, composto da 33 operatori internazionali e più di 150 persone dello staff nazionale, cerca di portare assistenza medico umanitaria a tutti i rifugiati.

Quali sono le attività principali di MSF?

Abbiamo attività di assistenza medica sia all’interno del nostro ospedale da campo sia in tre ambulatori dislocati in diverse aree del campo non solo per fornire cure mediche ma anche per identificare, anticipare e fermare eventuali epidemie che dovessero manifestarsi.

Quali sono le difficoltà che state riscontrando?

La più grande difficoltà, oggi, è rappresentata dalle terribili condizioni medico-sanitarie in cui si trovano i rifugiati. Assistiamo, infatti, a un forte incremento della malaria, mentre 450 bambini sono stati già ammessi nel nostro centro nutrizionale terapeutico.

L’altro grande problema è dal punto di vista logistico: tutto deve essere trasportato e portato con l’aereo o attraverso barche sul fiume Nilo, questo quindi rende ancora più difficile l’arrivo del materiale medico e degli aiuti alimentari. In più siamo nella stagione delle piogge e il terreno diventa molto pesante e fangoso. Tutto questo rende ancora più difficile la nostra capacità di agire.

Come pensate di risolvere queste difficoltà?

L’équipe di MSF sta incrementando la sua presenza, aumentando il numero di espatriati e, al tempo stesso, dello staff nazionale. Stiamo lavorando ininterrottamente e in questo momento speriamo di riuscire a portare il massimo dell’assistenza medica nelle nostre possibilità.

 

ATTIVITÀ DI MSF NEI CAMPI RIFUGIATI IN SUD SUDAN

Dallo scorso mese di novembre, MSF ha avviato interventi di emergenza per i rifugiati in fuga dagli stati del Sud Kordofan e Blue Nile in Sudan. MSF gestisce ospedali da campo in ognuno dei Quattro campi rifugiati (Batil, Doro, Jamam e Yida) ed effettua oltre 9.000 visite mediche alla settimana. Ogni settimana 150 nuovi pazienti vengono ricoverati negli ospedali di MSF per ricevere cure intensive e 2.300 bambini malnutriti sono presi in cura nei programmi nutrizionali terapeutici. MSF conduce, inoltre, campagne di vaccinazione contro il morbillo quando si registrano nuovi afflussi di rifugiati, fornisce assistenza per la fornitura di acqua potabile e servizi igienici nei campi e ha predisposto un sistema di distribuzioni di emergenza di beni di prima necessità come sapone, teli di plastica e razioni alimentari d’emergenza.

 

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