Abbandonati e alla fame: il grido d allarme di Medici Senza Frontiere per gli sfollati del Katanga (R.D. del Congo).

 

 

Lubumbashi/Roma, 31 marzo 2006 – Durante le ultime settimane MSF ha condotto un’inchiesta sulla situazione nutrizionale in tre campi sfollati presso il villaggio di Dubie, vicino al Lago Mweru, nella provincia del Katanga. I risultati sono sconcertanti. La prevalenza della malnutrizione globale è del 19,2% e quella della malnutrizione severa acuta del 5%. Un tasso di malnutrizione globale tra il 10% e il 15% indica una situazione di crisi alimentare.
 

Durante le discussioni con la popolazione dei campi è emerso che non c’è abbastanza cibo a Dubie, né è possibile un accesso adeguato ad altro cibo che potrebbe trovarsi fuori del villaggio. La maggior parte della popolazione sopravvive con un pasto al giorno al massimo, che di solito si limita a foglie di cassava o a bucce essiccate di cassava.

MSF ha inoltre condotto uno studio retrospettivo di mortalità su 563 famiglie. "Grazie al nostro intervento medico siamo riusciti a ridurre i tassi di mortalità rispetto ai catastrofici livelli iniziali", dice Sèverine Equiluz, capo missione di MSF a Lubumbashi, nella Repubblica Democratica del Congo. "Ma la continua mancanza di cibo ha creato una crisi nutrizionale. Sono ormai diversi mesi che chiediamo che giunga in questa regione una maggiore assistenza nutrizionale, ma a parte un piccolo convoglio di cibo non è successo nulla, e questo è inaccettabile".
 

I 16.000 sfollati congolesi che vivono nei tre campi intorno a Dubie non sono l’unico gruppo che è dovuto fuggire. Circa 90.000 persone sono scappate nel corso degli ultimi mesi di fronte al perdurare del conflitto tra l’esercito congolese e i ribelli Mai-Mai. Gli sfollati si sono radunati principalmente intorno ai villaggi di Pweto, Mitwaba, Kilwa e sulle coste del Lago Upemba, dove MSF fornisce assistenza medica.
 

"La maggior parte degli sfollati sono in fuga già da mesi, se non addirittura anni. Devono continuamente scappare per fuggire dalla violenza e dall’insicurezza. La situazione è precipitata in modo particolare durante gli ultimi tre mesi. Dalla fine del 2005 abbiamo continuato a lanciare appelli in tutte le direzioni sulla gravità della situazione, giungendo anche di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma non vi è stata alcuna reazione, e tutte queste persone sono rimaste senza assistenza", dice Michiel Hofman, direttore delle operazioni di MSF. "Con l’avvicinarsi delle elezioni nella Repubblica Democratica del Congo e la crescente attenzione sulla riabilitazione e la ricostruzione da parte dei donatori internazionali, la crisi umanitaria nel Katanga è ignorata".
 

MSF lavora in Katanga dal 1988. Attualmente 50 operatori internazionali e 1.000 operatori locali lavorano ai diversi progetti nella provincia.

Condividi con un amico