Afghanistan l assistenza sanitaria ha estremo bisogno di supporto

Medici Senza Frontiere ha ripreso a lavorare in Afghanistan dall’ottobre 2009, dopo cinque ani di assenza dovuti all’uccisione di quattro colleghi nella provincia di Badghis nel giugno del 2004. L’organizzazione è ritornata dal momento che l’assistenza sanitaria nel paese ha mostrato chiari segni di peggioramento.

La popolazione afgana vive da anni in condizioni di povertà e con uno scarso accesso all’assistenza medica, in particolare a cure di secondo livello. I civili devono spesso scegliere fra ospedali pubblici che non funzionano bene e costose cliniche private. Inoltre, a causa della crescente insicurezza e degli scontri, la gente che bisogno di cure deve spesso percorrere centinaia di chilometri in aree molte pericolose per raggiungere strutture sanitarie.

MSF supporta le attività nell’ospedale distrettuale di Ahmed Shah Baba, a Kabul est, e l’ospedale di Boost a Lashkargah, capitale della provincia di Helmand. Per MSF è stato cruciale concordare con tutte le parti coinvolte la propria presenza per garantire che l’ospedale sia un luogo sicuro per i pazienti. In entrambe le strutture è stato inserito un forte “divieto di ingresso con armi”.

MSF fornisce medicine e materiali medici e mette a disposizione i propri operatori sanitari per lavorare accanto al personale dei due ospedali, al fine di garantire assistenza sanitaria di qualità e gratuita.

 

Ospedale di Ahmed Shah Baba (Kabul)

La popolazione di Kabul è triplicata negli ultimi dieci anni e ciò riflette la recente tendenza a migrare verso le aree urbane, vi sono anche le persone sfollate che fuggono da regioni più insicure del paese e anche i rifugiati che tornano dai campi dell’Afghanistan. Nonostante la crescita della popolazione, il settore sanitario a Kabul è stato ampiamente trascurato dai donatori internazionali, la priorità infatti è stata data alla sanità di base fuori dalla provincia.

L’ospedale di Ahmed Shah Baba, nel Distretto 12 (Kabul Est), serve fra 200 e 300mila abitanti. Gli operatori di MSF (medici afgani e internazionali, infermieri, ostetriche) lavorano accanto ai sanitari dell’ospedale per aumentarne la qualità. Ciò è stato possibile aggiornando le procedure interne come la gestione del flusso di pazienti e la loro registrazione, migliorando i protocolli di trattamento, il pronto soccorso e i servizi di maternità. Nell’ultimo mese sono stati seguiti 300 parti ed è stata effettuata una media di 10mila consulti.

La struttura dell’ospedale è stata ristrutturata, con alcuni miglioramenti apportati nei reparti maternità, emergenze, laboratori e raggi-X, ed è stato installato un sistema centralizzato di sterilizzazione.

La chirurgia e le strutture per i ricoveri saranno disponibili da fine settembre, quando saranno completate la nuova sala operatoria e anche il reparto di degenza. Attualmente si sta procedendo a reclutare altri 50 medici afgani che si aggiungeranno ai 50 già operativi.

 

Ospedale di Boost (Lashkargah, provincia di Helmand)

A novembre del 2009 MSF ha cominciato a supportare l’ospedale provinciale di Boost a Lashkargah, capitale di Helmand. Gli abitanti di Lashkargah, circa un milione, sono stati fra le vittime colpite più duramente dal conflitto. L’ospedale di Boost, che è uno dei due soli ospedali pubblici di riferimento dell’Afghanistan del sud (l’altro è supportato dalla Croce Rossa Internazionale, ICRC, nella provincia di Kandahar) ha visto circa 120-160 pazienti al mese. Il supporto di MSF a questa struttura, con 145 posti letto, si svolge nei reparti di maternità, pediatria, chirurgia, terapia intensiva, degenza e pronto soccorso. MSF fornisce inoltre supporto nella riabilitazione delle strutture, così come nella gestione delle procedure igieniche di sterilizzazione.

Con una media di 200 parti ogni mese, il reparto maternità offre assistenza pre e post parto, assiste nella pianificazione familiare e offre ora una maggiore risposta per quanto riguarda i cesarei e le complicazioni durante il parto. Gli interventi chirurgici, inclusi i cesarei, sono raddoppiati da gennaio 2010, con una media attuale di 200 operazioni e 20 cesarei al mese.
L’ala di pediatria, che conta il 40% dei pazienti, fino a tempi recenti era occupata per il 150%. Da gennaio 2010 sono stati seguiti più di 2mila pazienti nel reparto pediatrico e recentemente sono stati aggiunti 16 posti letto.

Un pronto soccorso più avanzato, con un medico a tempo pieno e un’infermiera, funziona ora 24 ore su 24 e cura un numero crescente di vittime di traumi e di pazienti con ferite di guerra, che sono poi inviati ad altri reparti per cure più specializzate. Da quando ha aperto il pronto soccorso a maggio, sono stati visitati circa 12mila pazienti, il 10% dei quali con condizioni critiche. MSF ha in programma di estendere il proprio supporto negli ospedali e nei centri sanitari rurali di altre province dell’Afghanistan a fine 2010.

 


 

MSF realizza il lavoro in Afghanistan grazie solo ed esclusivamente a donazioni private e non accetta fondi da nessun governo

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