AIDS – Rapporto MSF: i prezzi dei vecchi farmaci sono scesi ma i regimi alternativi per i fallimenti terapeutici sono 18 volte più costosi dei trattamenti di prima linea
MSF ha presentato oggi, alla Conferenza Internazionale sull’AIDS in corso a Durban, la diciottesima edizione del proprio rapporto sui prezzi dei farmaci per l’HIV, Districarsi tra i prezzi degli antiretrovirali. Il rapporto mostra che i prezzi dei vecchi farmaci per l’HIV stanno continuando a diminuire, mentre i prezzi dei farmaci più recenti restano del tutto fuori portata. Un disequilibrio causato soprattutto dai monopoli delle corporazioni farmaceutiche, che impediscono la competizione dei farmaci generici e la conseguente diminuzione dei prezzi che potrebbe derivarne. 
 
Oggi, il prezzo più basso disponibile per una combinazione di tre farmaci di prima linea contenuti in un'unica compressa, di qualità garantita e raccomandata dall’OMS, è pari a 100 dollari all’anno, ovvero il 26% in meno rispetto al prezzo più basso documentato da MSF nel 2014, che era di 136 dollari. Per uno dei regimi di seconda linea raccomandato dall’OMS, il prezzo più basso disponibile è ora di 286 dollari a persona ogni anno (zidovudine/lamivudine + atazanavir/ritonavir), ovvero l’11% in meno rispetto ai 322 dollari di due anni fa. 
 
Questi prezzi continuano a diminuire grazie alla solida competizione tra i produttori di farmaci generici nei principali paesi di produzione, in primo luogo in India. Ma i prezzi dei farmaci più recenti – indispensabili per chi non risponde più ai trattamenti costituiti da “vecchi” farmaci– restano alti, soprattutto a causa dei monopoli dei brevetti da parte delle corporazioni farmaceutiche. Il prezzo più basso per questi regimi alternativi (raltegravir + darunavir/ritonavir + etravirine) oggi è pari a 1.859 dollari a persona ogni anno, ovvero più di 18 volte il prezzo della terapia di prima linea e più di 6 volte il prezzo della combinazione di seconda linea più economica disponibile. Il prezzo per questa combinazione è sceso solo del 7% rispetto ai 2.006 dollari nel 2014. Questi sono i prezzi globali più bassi, ma molti paesi soprattutto a medio-reddito pagano prezzi molto più alti per questi stessi farmaci perché i brevetti farmaceutici impediscono l’utilizzo di farmaci generici. 
 
“Dobbiamo essere in grado di pagare le nuove combinazioni di farmaci per l’HIV di cui le persone avranno bisogno nel lungo termine, altrimenti non avranno alternative” ha detto la dr.ssa Vivian Cox, referente medico del progetto di MSF a Eshowe in Sud Africa. “Dobbiamo far sentire la nostra voce adesso per scongiurare un’altra crisi nei trattamenti come quella avvenuta più di dieci anni fa, quando i farmaci salvavita avevano prezzi del tutto fuori portata per milioni di persone che ne avevano assoluto bisogno.”
 
Grazie alla maggiore diffusione di strumenti di monitoraggio del trattamento attraverso il controllo della carica virale, che permettono di verificare gli effetti del trattamento e di individuare precocemente i fallimenti terapeutici, nei paesi in via di sviluppo, il numero di persone che necessita di regimi alternativi costosi, ora relativamente contenuto, è destinato ad aumentare. Nei programmi per l’HIV di MSF il numero di persone che sono passate a terapie di seconda linea è già raddoppiato rispetto ai numeri del 2013.
 
L’India, il principale produttore al mondo di farmaci per l’HIV a prezzi accessibili, viene spesso definita “la farmacia del mondo in via di sviluppo”. Più del 97% dei farmaci per l’HIV utilizzati da MSF nei propri progetti sono generici provenienti dall’India. La legge indiana sui brevetti pone dei criteri molto elevati per la concessione di un brevetto. Questo consente una solida competizione tra i produttori di farmaci generici, che ha drasticamente abbassato i prezzi dei trattamenti per l’HIV del 99%, dai 10.000 dollari a persona ogni anno nel 2000 fino ai 100 dollari attuali. 
 
Ma l’India sta subendo enormi pressioni per alleggerire le proprie politiche sui brevetti sanitari – che danno più importanza alle vite umane che ai guadagni delle farmaceutiche – soprattutto dagli Stati Uniti e dalla loro lobby farmaceutica. Altri paesi, come l’Unione Europea, il Giappone o la Corea del Sud, stanno preparando o perseguendo accordi commerciali con l’India che limiterebbero la futura produzione di farmaci accessibili nel paese. Se l’India venisse forzata a cambiare le proprie politiche a causa di questi accordi commerciali, la produzione di farmaci accessibili nel paese sarebbe seriamente minacciata. 
 
“L’India sta subendo un’enorme pressione per fermare la propria produzione di farmaci accessibili, che sono un’ancora di salvezza per milioni di persone non solo in India ma in tutto il mondo in via di sviluppo” ha detto Vittoria Gherardi, responsabile medico di MSF. “Se l’India non si oppone fermamente alle corporazioni farmaceutiche e ai governi, che stanno spingendo per cambiare le sue leggi e politiche sui brevetti, le persone in tutto il mondo dovranno affrontare in futuro una vera e propria crisi nell’accesso ai farmaci.”
 

Leggi il rapporto in inglese

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