Aleppo: intrappolati sotto attacco e in lotta per sopravvivere
Nelle scorse settimane i combattimenti ad Aleppo si sono intensificati e la popolazione, da molto tempo sofferente a causa del conflitto, sta sostenendo il peso di questa devastazione. Continui attacchi aerei colpiscono la zona orientale della città, mentre bombardamenti si abbattono su quella occidentale, causando molte vittime e feriti.
 

L’assedio nella zona est di Aleppo ha lasciato circa 250.000 persone intrappolate e in lotta per la sopravvivenza, e l’unica strada che porta alle aree non controllate dal governo è stata interrotta. Adesso la popolazione, in particolare i feriti di guerra e i malati gravi, non ha vie d’uscita mentre cibo e forniture mediche non possono entrare. Questo assedio aumenta il già triste numero di persone che vivono in zone assediate in Siria.

 
Nel frattempo gli ospedali stanno crollando sotto il peso della guerra, sia per gli attacchi fisici sia per la scarsità di forniture. Solo questa settimana quattro ospedali a cui MSF procura forniture mediche essenziali sono stati danneggiati dai bombardamenti. 
 
Uno di questi ospedali, specializzato in chirurgia generale e vascolare, era già stato colpito un mese fa e costretto a chiudere. MSF ha supportato la ricostruzione urgente della struttura, che aveva riaperto due settimane fa. Solo alcuni giorni dopo, il 23 luglio, un attacco aereo contro un edificio vicino ha danneggiato nuovamente l’ospedale. Lo staff ha iniziato a trasferire i pazienti in un altro ospedale, ma anche quello subito dopo è stato colpito. In quei primi minuti di caos, i due ospedali si stavano mandando i pazienti a vicenda e allo stesso tempo venivano entrambi colpiti.  
 
“I direttori degli ospedali ci hanno detto che il mese scorso il numero dei feriti trattati è bruscamente aumentato. Uno di questi ospedali riceveva più di 50 feriti al giorno e la scorsa settimana è stato colpito e costretto a chiudere. Dove andranno adesso queste persone? Come potranno arrivare materiali e attrezzature per ricostruire le strutture sanitarie?” si chiede Pablo Marco, direttore delle operazioni in Medio Oriente di MSF. “Se gli attacchi alle strutture sanitarie non si interrompono, presto non ci saranno più servizi medici disponibili nella zona est di Aleppo. La minaccia non riguarda solo gli ospedali: la mancanza di carburante, che non potrà che peggiorare nelle prossime settimane, impedirà alle ambulanze di spostarsi”.
 
I pochi medici e chirurghi rimasti nella zona est di Aleppo hanno problemi a prendersi cura di centinaia di migliaia di persone in disperato bisogno. I feriti, i malati e lo staff medico hanno paura di andare in ospedale. I colleghi dell’equipe medica sono molto preoccupati: non sanno quanto tempo dureranno le forniture e se saranno in grado di continuare a lavorare visti i continui attacchi. 
 
Dal 2014 MSF offre farmaci, forniture e attrezzature mediche a sei centri sanitari, tre centri di primo soccorso e 10 ospedali nella città di Aleppo, di cui due ora sono chiusi perché danneggiati dai bombardamenti. L’ultimo carico di 330 metri cubi, l’equivalente di 10 camion pieni, è stato inviato alla fine di aprile 2016 con materiale sufficiente per i successivi tre mesi. Il prossimo carico è previsto a breve e MSF teme che non sarà possibile farlo arrivare. I servizi medici di base rischiano di essere spazzati via, non solo dagli attacchi fisici ma anche dal lento esaurirsi delle provviste.
 
“Ancora una volta chiediamo alle parti in conflitto di rispettare le regole della guerra e a chi ha influenza su di loro di fermare questa carneficina. Il messaggio è chiaro: smettere di bombardare gli ospedali e le infrastrutture civili, permettere ai malati e ai feriti gravi di essere evacuati, e non tagliare le scorte di cibo, di farmaci e di beni vitali all’interno della città” ha aggiunto Pablo Marco di MSF. 
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