Angola la sopravvivenza di migliaia di persone è ancora minacciata

Roma, 5/08/02. Cinque mesi dopo la tregua siglata il 4 aprile scorso a Luanda, che ha messo la parola fine agli scontri armati, la situazione nel paese continua ad essere drammatica. E’ necessaria una mobilitazione immediata per centinaia di migliaia di persone e le prospettive per il futuro sono a dir poco inquietanti.

Il Centro nutrizionale terapeutico (CNT) di Bailundo, a tre ore di macchina da Huambo, capoluogo della provincia, accoglie più di 700 bambini gravemente malnutriti. “In tutte le città e in tutti i villaggi che abbiamo visitato nella municipalità di Bailundo, almeno il 7% dei bambini che abbiamo incontrato era gravemente malnutrito,” afferma Thierry Allafort-Duverger, responsabile del programma d’urgenza di Medici Senza Frontiere (MSF). “E’ impossibile sostenere che in queste zone non siamo più di fronte ad una questione di sopravvivenza.

Se il numero di ricoveri di bambini gravemente malnutriti è in netta diminuzione nel CNT di MSF di Caala (attualmente ospita 230 bambini), i team di MSF continuano a rispondere ai bisogni vitali di persone estremamente vulnerabili.

Le equipe di MSF ogni giorno tentano di raggiungere dei luoghi di raccolta remoti di cui parlano gli sfollati, ma è molto difficile raggiungerli : mine disseminate un po’ ovunque, ponti distrutti e fenomeni di banditismo ostacolano l’accesso a queste popolazioni in stato di sopravvivenza.

Malgrado la gravità della situazione nutrizionale constatata ogni giorno dai 174 volontari internazionali (di cui 19 italiani) e dai 2.200 collaboratori locali mobilitati da MSF per quest’emergenza, le distribuzioni di aiuti alimentari sono sempre aleatorie nelle aree di raggruppamento dei civili. Nelle zone di acquartieramento che accolgono gli ex-militari dell’Unita insieme alle loro famiglie sta per essere avviata un’azione generale per far fronte alla crisi nutrizionale. Per tutte queste persone che saranno dipendenti dall’aiuto umanitario almeno fino ai prossimi raccolti dell’inizio del 2003, le prospettive sono molto critiche : “Le persone hanno fame e freddo. Sono ammalate. L’aiuto che viene loro dato è largamente insufficiente: l’approvvigionamento alimentare è irregolare e soddisfa solo una parte delle zone toccate, l’accesso alle cure è inesistente o estremamente precario, non c’è quasi nulla per vestirsi o coprirsi durante la notte. La grande maggioranza degli sfollati non ha ricevuto sementi per preparare le terre. La loro sopravvivenza fino al prossimo aprile dipende interamente dall’assistenza che gli verrà fornita.

Inoltre, dal 1997 nessuna campagna di vaccinazione è stata attuata in queste zone rimaste inaccessibili da molto tempo. Un’epidemia di morbillo all’interno di una popolazione affamata sarebbe una catastrofe. MSF effettua progressivamente delle campagne di vaccinazione durante le operazioni di distribuzione di cibo, ma questa risposta non copre tutta la popolazione esposta al rischi di un’epidemia.

MSF è presente in Angola dal 1983, oggi più di 172 volontari internazionali e 2.200 collaboratori locali lavorano in 11 delle 18 province in cui è diviso i l paese.

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