Attaccati 21 villaggi nel Darfur occidentale fuggono a migliaia senza che sia possibile portare loro assistenza

 

 

Khartoum/Roma, 16 novembre 2006 – Di fronte a un accordo di pace che non ha provocato altro se non nuovi scontri, la situazione in Darfur, Sudan, continua a peggiorare. Un’escalation di violenze da parte di tutti i gruppi armati nei confronti della popolazione civile e degli operatori umanitari ha costretto molte persone ad abbandonare le loro abitazioni. L’aumentare della violenza impedisce agli aiuti di raggiungere le migliaia di civili che continuano a subire attacchi sempre più feroci nella regione del Jebel Moon, a nord della capitale del Darfur occidentale, El Geneina.
 

All’inizio di novembre un’equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) si è recata a Seleah, nel Jebel Moon, per mettere in piedi un programma di assistenza medica d’emergenza e ha trovato una città in stato di assedio: il 29 ottobre 21 villaggi nella regione di Seleah, incluso il campo sfollati di Haijelihah (con una popolazione stimata di 9.934 persone*), sono stati attaccati e svuotati dei loro abitanti. Dove siano fuggite queste persone, e quale sia il loro stato di salute, non si sa.
 

Le poche famiglie che sono riuscite a tornare a Seleah hanno raccontato di decine di bambini, donne e uomini uccisi. Poiché l’accesso alla città era impossibile, i 51 feriti che hanno raggiunto il centro di salute di Seleah hanno dovuto attendere diversi giorni prima di potere essere trasportati all’ospedale supportato da MSF a El Geneina, l’unica struttura chirurgica nella zona. Quattro pazienti sono morti a causa dell’assenza di cure adeguate. Alcuni veicoli che trasportavano i feriti sono stati ripetutamente attaccati lungo la strada. Al momento Seleah è sotto assedio e le equipe di MSF non hanno potuto tornare e avviare le operazioni mediche d’emergenza. Due feriti gravi sono ancora in attesa di essere trasferiti.

L’11 novembre, anche la città di Sirba, che si trova a soli 40 chilometri da El Geneina, è stata attaccata. Nove persone sono giunte all’ospedale di El Geneina con ferite da arma da fuoco. Ci sono notizie di altre vittime e altri feriti, ma la crescente insicurezza rende impossibile l’invio di soccorsi.
 

A causa dell’impossibilità di accedere alle zone degli attacchi, le equipe di MSF non sono nemmeno in grado di valutare i bisogni della popolazione e di portare assistenza alle vittime della violenza.

Lo spazio umanitario è ormai ridotto all’estremo in Darfur. È essenziale che le equipe di MSF possano raggiungere le popolazioni più in pericolo. MSF lancia un appello urgente al governo del Sudan e alle altre parti in conflitto affinché permettano agli operatori umanitari il libero accesso alla popolazione.

Medici Senza Frontiere lavora in Darfur dal 2003. Attualmente è presente con oltre 2mila operatori in 17 località.

*Fonte CICR – distribuzione alimentare – primo semestre 2006

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