Basta ipocrisia migliaia di stranieri impiegati come stagionali vivono in condizioni indecenti per un paese civile.

Mentre in Italia si riaccende il dibattito sull’immigrazione l’organizzazione internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) denuncia con forza le inaccettabili condizioni di vita, salute e lavoro in cui, ormai da anni, migliaia di stranieri sono costretti nei campi dove lavorano come stagionali in Puglia e in altre regioni del Sud Italia.

“Nel nostro paese si continua a parlare di invasione puntando solo i riflettori su Lampedusa e giustificando così scelte politiche restrittive e repressive. Nessuno parla invece di dove vadano a finire queste persone una volta sbarcate” afferma Andrea Accardi responsabile dei progetti italiani di MSF. “È dal 2003 che MSF si occupa del fenomeno degli immigrati impiegati come lavoratori stagionali. Negli ultimi tre anni, attraverso il nostro lavoro di assistenza sanitaria e umanitaria, abbiamo testimoniato come vengano trattate queste persone, risorsa fondamentale per l’agricoltura italiana”.

Anche nell’estate 2006 MSF si è vista costretta a continuare questo progetto. Gli operatori dell’organizzazione internazionale hanno monitorato come gli stranieri che arrivano sani in Italia si ammalano qui a causa delle indecenti condizioni che trovano all’arrivo nelle campagne. “Manca qualsiasi forma di accoglienza” continua Accardi. “Il sistema è totalmente ipocrita e vede la connivenza e il coinvolgimento di tutti gli attori a partire dalle autorità governative e dalle istituzioni locali fino ad arrivare alle organizzazioni di produttori e ai sindacati”.

In un rapporto pubblicato da MSF nel 2005 sulle condizioni di vita e di lavoro degli stagionali, “I frutti dell’ipocrisia”, già emergevano dati allarmanti: il 40% delle persone intervistate vive in edifici abbandonati; più del 50% non ha acqua corrente nel posto in cui vive; il 30% non ha elettricità; il 43,2% non dispone di servizi igienici. Buona parte di queste persone vive al di sotto degli standard minimi fissati dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati nei campi profughi in situazione di emergenza.

Il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver subito qualche forma di violenza, abuso o maltrattamento negli ultimi 6 mesi in Italia. Nell’82,5% dei casi l’aggressore era un italiano. Quasi a tutti gli immigrati che hanno richiesto una visita sono state effettivamente diagnosticate una o più patologie. Le principali malattie diagnosticate si riferiscono soprattutto a patologie dermatologiche (23,6%); parassiti intestinali e malattie del cavo orale (15,5% ciascuna); malattie respiratorie (14,3%) correlabili alle precarie condizioni di vita.

“Ci appelliamo a tutte le istituzioni coinvolte e alla società civile perché simili situazioni non persistano in un paese che si definisce civile come l’Italia” conclude Accardi.

 

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