Bloccati nella no man s land tra Iraq e Giordania

Circa 1.000 persone si trovano attualmente imprigionate tra il confine iracheno e quello giordano.
Le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere possono far precipitare le loro condizioni di salute.

Circa 1.000 rifugiati sono attualmente prigionieri nella terra di nessuno tra Iraq e Giordania, dove le condizioni di vita sono molti dure. Alcune di queste persone provengono dal campo profughi di Al Tash, situato a 150 chilometri a ovest di Baghdad. Le persone presenti ad Al Tash sono circa 13.000. I profughi hanno riferito a MSF di trovarsi in quel campo da più di 20 anni e di essere fuggiti dopo la caduta di Saddam Hussein, quando sono stati attaccati dalle popolazioni locali che si trovano nei pressi del campo. MSF non è stata in grado di visitare questo campo perché il livello di insicurezza, in quest’area, è molto alto.

Nonostante un team di MSF, composto da due medici, tre infermieri e un elogista, stia fornendo assistenza medica, le condizioni sanitarie potrebbero rapidamente peggiorare.

Le condizioni di salute dei profughi potrebbero rapidamente peggiorare, perché il luogo preposto per la loro permanenza non è adatto a ospitare un campo profughi. Il clima è torrido e la polvere del deserto è accecante. L’acqua rappresenta un problema e non ci sono fonti adeguate nei pressi del campo.
L’acqua potabile deve essere trasportata dagli altri campi profughi realizzati, ma inutilizzati, a cinquanta chilometri di distanza, in territorio giordano. Le latrine sono in fase di costruzione e il sistema di smaltimento dei rifiuti non è adeguato. Queste condizioni rappresentano un rischio.

Un’infermiera di MSF riassume la frustrazione del team che lavora nel campo: “E’ difficile vedere le difficili condizioni che le persone sono costrette a sopportare, quando un campo perfettamente funzionante è stato installato a soli 50 chilometri di distanza e che è costato milioni di dollari e attualmente è quasi vuoto”.

E’ presente un’alta percentuale di bambini; circa il 60% del gruppo è composta da persone di età inferiore ai 15 anni. Molti di loro hanno problemi respiratori e infezioni oculari. Un ulteriore problema è rappresentato da persone che hanno urgente bisogno di farmaci per malattie croniche.

MSF sta inoltre conducendo valutazioni sulle condizioni psico-fisiche. Queste persone vivono in situazione di grande stress e senza sapere quello che potrà accadere domani. Hanno abbandonato l’Iraq in condizioni disperate, ritenendo che non si sarebbe stato futuro per loro in quel paese. Hanno perso ogni speranza dopo aver vissuto per 23 anni nel precedente campo profughi, dove erano completamenti dipendenti dall’assistenza esterna.

MSF si augura che venga quanto prima adottata una soluzione che garantisca la sicurezza di queste persone e l’assistenza necessaria.

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