Burundi MSF fornisce assistenza alle vittime dei nuovi scontri

Bujumbura/Roma, 11 luglio 2003. Dall’inizio di questa settimana, Bujumbura – la capitale del Burundi – e i suoi dintorni sono stati teatro di nuovi scontri tra le truppe governative e i ribelli. Colpi d’artiglieria, di mortaio e scontri strada per strada si susseguono. La periferia sud – in particolare le zone di Musaga, Kanyosha e Kinindo – è una delle aree più colpite dagli scontri e migliaia di civili sono stati costretti alla fuga. Alcuni di loro hanno trovato rifugio insieme ai familiari ma molti non sanno dove andare. Alcuni hanno trovato rifugio in due campi dove team di MSF forniscono assistenza medica..

Uno dei campi si trova nella periferia meridionale tra Kinindo e Musaga, zona molto vicina agli scontri, e ospita circa 700 sfollati, in prevalenza donne e bambini. A causa dell’elevata insicurezza, solo oggi due infermiere e un medico hanno potuto fornire assistenza medica. Anche oggi, la distribuzione di biscotti iperproteici BP5 (per bambini malnutriti) e coperte è stata completata. L’altro campo, dove operano MSF e altre organizzazioni che si occupano della distribuzione di cibo e della potabilizzazione dell’acqua, si trova al centro della città. Circa 1.900 famiglie vivono in questo campo.

Mercoledì scorso, abbiamo allestito un piccolo dispensario d’emergenza per gli sfollati che vivono nel campo,” spiega Véronique Parqué, Capo-missione di MSF in Burundi. “La sera stessa abbiamo assistito 200 pazienti. Il presidio sanitario è composto da cinque tende dove offriamo assistenza medica. I principali problemi per gli sfollati sono la diarrea, le infezioni respiratorie.

Dall’inizio di questa settimana, sono più di 220 i feriti ricoverati. MSF continua a lavorare nel centro per la cura dei feriti di guerra, che si trova nella periferia nord di Bujumbura. Solo durante il primo giorno di scontri si sono registrati 28 ricoveri. In venti sono stati trasferiti agli ospedali della città, nonostante anche le attività di trasferimento siano estremamente pericolose. Attualmente, nel centro di MSF sono ricoverate 46 persone.

E’ difficile stabilire il numero esatto di feriti, ma sicuramente è molto elevato,” prosegue Véronique Parqué. “L’elevato livello d’insicurezza che regna in città a volte rende impossibile addirittura la rimozione dei corpi dalle strade. Per fortuna ci troviamo nella stagione secca: ciò riduce il rischio di epidemie come il colera.

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