Ciclone in Myamnar (Birmania)

A due settimane dal ciclone Nargis che ha devastato il Myanmar (Birmania), i bisogni rimangono immensi nel delta dell’Irrawaddy. Le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) stanno fornendo assistenza medica e stanno distribuendo aiuti a decine di migliaia di persone. MSF chiede un aumento immediato delle operazioni di soccorso che sono finora sono state lente e insufficienti.

Centinaia di migliaia di persone hanno perso le loro case, e molti sono radunati in campi provvisori. Hanno urgente bisogno di cure mediche, acqua potabile, cibo e altri generi di prima necessità. Altrove, i sopravvissuti vivono tra i resti delle loro case, circondati dall’acqua e dai cadaveri.

MSF era già presente in Myanmar prima del ciclone, il che le ha permesso di rispondere immediatamente alla catastrofe nel delta portando aiuti direttamente alla popolazione. Le equipe di MSF lavorano attualmente in 20 diverse località e stanno cercando di raggiungere le zone più remote. Curano centinaia di pazienti ogni giorno. Oltre ai feriti, i principali problemi di salute riguardano le infezioni respiratorie, la febbre e la diarrea. Finora, sono stati trasportati nel paese 140 tonnellate di materiale di soccorso. Dall’inizio delle operazioni, MSF ha distribuito oltre 275 tonnellate di cibo.

“Sebbene MSF sia in grado di fornire un certo livello di assistenza diretta, l’insieme delle operazioni di soccorso è chiaramente inadeguato. Migliaia di persone colpite dal ciclone si trovano in una situazione critica e hanno urgente bisogno di aiuto. I soccorsi sono ostacolati dalle restrizioni imposte dal governo sugli operatori internazionali che lavorano nella regione del delta dell’Irrawaddy. Per esempio, nonostante ad alcuni esperti di acqua e igiene di MSF siano stati concessi i visti d’ingresso per il Myanmar, non è stato loro permesso di raggiungere le zone colpite dal disastro, dove la loro esperienza è essenziale. Un’operazione di soccorso di una simile magnitudo richiede coordinatori e staff tecnico con esperienza di interventi di emergenza su larga scala”, spiega Bruno Jochum, direttore delle operazioni di MSF a Ginevra.

MSF chiede al governo del Myanmar di permettere un immediato incremento delle operazioni di soccorso e di garantire un accesso libero e incondizionato agli operatori umanitari internazionali nelle zone colpite dal disastro.

Al momento, 250 operatori di MSF sono al lavoro nel delta dell’Irrawaddy nelle zone di Pyanpon, Bogaley, Haingyi, Pyinsalu, Tongwa, Labutta, Thingangon e Chaungzu. Ci sono 30 operatori internazionali di MSF che sono al momento confinati a Yangoon.
Finora, quattro aerei cargo di MSF con materiale di soccorso sono giunti nel paese, e un quinto aereo dovrebbe atterrare oggi 16 maggio a Yangoon. MSF ha potuto trasportare il materiale di soccorso nei propri magazzini a Yangoon, da dove sono stati inviati verso le basi di MSF a Pathein e Bongaley nel delta. Da lì le equipe di MSF hanno trasportato il materiale verso le zone colpite dal disastro con delle barche.

MSF è presente in Myanmar dal 1992 e effettua ogni anno 1 milione di consultazioni mediche. MSF cura 16mila pazienti affetti da HIV/AIDS e fornisce cure antiretrovirali a 8mila di questi. L’anno scorso ha curato più di 200mila persone colpite dalla malaria.

Per sostenere le attività di MSF in Myanmar:
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Numero verde 800 99 66 55
ccp 000087486007

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