Colera in Angola: 20mila contagiati.

Luanda, 27 aprile 2006 A dieci settimane dal primo caso confermato di colera a Luanda, sono già state contagiate circa 20.000 persone, 900 sono morte e l’epidemia si è diffusa in gran parte del paese. Martedì 25 aprile è stato registrato il più alto numero di nuovi casi (929) e di morti (25). Tuttavia le misure messe in atto per contrastare l’epidemia restano gravemente insufficienti. Medici Senza Frontiere (MSF) raccomanda al governo angolano e alle organizzazioni internazionali di soccorso di incrementare i loro sforzi per arrestare l’epidemia.
“Tutti sono stati lenti nell’intervenire”, dice Richard Veerman, capo missione di MSF in Angola. “Diversi fattori hanno contribuito a rendere questa epidemia di colera una delle peggiori mai viste in Angola. Con le informazioni di cui disponiamo adesso non ci sono più scuse per non fare tutto quanto umanamente possibile per evitare che il numero di morti continui a salire ulteriormente”.

Questa settimana, MSF ha osservato una media di 30 nuovi casi e un morto ogni ora. Solamente in uno dei centri di trattamento di MSF a Luanda sono giunti 240 nuovi pazienti nel giro di 24 ore. L’equipe ha rapidamente messo in piedi due nuove tende per aumentare la capacità della struttura già sovraffollata.

La maggioranza dei casi di colera viene solitamente scoperta dopo che l’epidemia ha raggiunto il suo picco massimo (ovvero il momento in cui il numero di nuovi casi al giorno è il più alto). “Oggi non abbiamo ancora raggiunto il picco dell’epidemia. Anche facendo un’analisi prudente, il bilancio di questa epidemia sarà estremamente elevato”, dice Veerman.

Luanda è stata risparmiata da grandi epidemie negli ultimi dieci anni. Le zone più esterne dell’Angola non hanno visto casi di colera per molto tempo; poiché le persone viaggiavano per il paese molto raramente durante la guerra, la malattia aveva poche possibilità di diffondersi dagli slum della capitale. Di conseguenza, c’è una bassa resistenza tra la popolazione contro il batterio che causa il colera. Il livello di conoscenza di quello che le persone possono fare per proteggersi e per proteggere le loro comunità dall’infezione è anch’esso molto limitato.

“L’epidemia è fuori controllo da tutti i punti di vista”, afferma Luis Encinas, coordinatore di MSF per l’epidemia di colera. “E’ cruciale che le autorità definiscano e implementino una strategia nazionale per contenere la diffusione dell’epidemia, assicurando l’accesso ai centri di cura, garantendo la disponibilità di acqua potabile gratuita e migliorando le misure igieniche. Dovrebbero anche mettere in piedi un sistema affidabile per raccogliere dati epidemiologici e ampliare le campagne per informare gli angolani dell’epidemia, in particolare fuori della capitale”.

In Angola, MSF ha dieci centri di trattamento del colera: sei a Luanda, uno a Benguela, uno a Malanje, uno a ‘Ndalatando e uno a Capito. 55 operatori internazionali e 330 operatori nazionali di MSF sono impegnati nei progetti per fermare l’epidemia. Ad oggi, 11.700 persone sono state trattate nei centri di MSF.

Condividi con un amico