Colera in Camerun: MSF sostiene le autorità sanitarie locali

A marzo/aprile, durante la breve stagione delle piogge, il colera ha avuto un picco con una media di 120 ricoveri a settimana. Da settembre, durante la stagione delle piogge, il numero di casi è cresciuto costantemente superando i 400 casi a settimana fino a metà ottobre.

“Le strutture sanitarie esistenti non erano più in grado di prendersi cura dei pazienti. Un unico letto ospitava spesso due o tre pazienti, mentre alcuni giacevano sul pavimento o su panche, in condizioni spaventose”, racconta il dottor Narcisse Wega, coordinatore di emergenza di MSF in Camerun. “Le strutture mediche hanno raggiunto il limite e non sono più in grado di far fronte al flusso di pazienti”.

Le equipe di MSF hanno valutato la situazione e in pochi giorni hanno aperto un centro di trattamento del colera nell’ospedale di Laquintinie, di semplice accesso da qualsiasi punto della città, in modo da ridurre la pressione sulle strutture sanitarie locali. Durante le prime due settimane di apertura, le equipe di MSF hanno trattato oltre 350 pazienti.

“Abbiamo trasferito l’eccessivo flusso di pazienti dalle strutture sanitarie esistenti al centro di trattamento del colera e predisposto un sistema di riferimento con un servizio di ambulanze,” spiega il dottor Wega.

Ai primi di novembre, le scorte nazionali di soluzioni reidratanti orali hanno iniziato a scarseggiare e i pazienti sono stati trattati con una soluzione preparata a mano. MSF ha fornito al Ministero della salute oltre 120.000 sacchetti di tali soluzioni. “Questi sono appena sufficienti per curare circa 12.000 pazienti, una cifra che non prende in considerazione i casi previsti in futuro”, continua il dottor Wega. Attualmente ciascuna delle 11 unità di trattamento del colera esistenti prevede un punto di reidratazione orale, in cui i pazienti ricevono soluzioni reidratanti.

Le equipe di emergenza di MSF si occupano anche di prevenzione: disinfezione dell’acqua con il cloro e promozione della salute nelle comunità e attraverso i media.

Negli ultimi giorni, è stato registrato un graduale calo dei casi accertati di colera, il che fa pensare che la fase epidemica sia passata. Durante la terza settimana di novembre, nel centro di trattamento all’ospedale Laquintinie, sono state registrate 15 nuovi casi al giorno, rispetto ai 40 della settimana precedente. “Ciò è avvenuto proprio quando ha smesso di piovere negli ultimi dieci giorni”, afferma il dottor Wega.

In Camerun, il colera è endemico ed è strettamente collegato alle scarse condizioni igieniche in cui la gente vive. “La maggior parte dei pazienti viene da zone in cui le condizioni di vita sono precarie, le case sono costruite in aree soggette ad alluvioni e le condizioni igieniche sono davvero precarie. I servizi igienici e l’acqua potabile scarseggiano. Di fronte a questi problemi strutturali e alla diffusione della malattia, il problema non può essere risolto soltanto con un intervento medico”, afferma il dottor Wega.

“Curiamo pazienti, sensibilizziamo la gente sulle precauzioni igieniche da seguire, ma dobbiamo essere pronti per l’emergenza di marzo o aprile, quando inizierà la prossima stagione delle piogge”.

In seguito al recente calo di casi, MSF sta preparando la fase finale della sua risposta all’emergenza, in collaborazione con le autorità sanitarie di Douala. Le equipe di MSF stanno infatti formando lo staff sanitario locale sul trattamento del colera e la gestione dell’igiene. “Il nostro obiettivo è fornire loro gli strumenti necessari per contrastare la prossima epidemia”, conclude il dottor Wega.

 

MSF lavora in Camerun dal 1984. Sostiene un progetto pilota nell’ospedale Nylon, a Douala, per aiutare i pazienti affetti da HIV/AIDS che hanno sviluppato resistenza ai loro farmaci, per iniziare un trattamento di seconda linea. Ad Akonolinga, nel Camerun centrale, MSF cura pazienti affetti da ulcera di Buruli.

 

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