Darfur nuovi attacchi provocano la fuga di migliaia di persone.

 

 

Khartoum/Roma, 29 gennaio 2007 – Dalla fine di dicembre 2006, nuovi attacchi nel Darfur occidentale hanno distrutto numerosi villaggi e provocato la fuga di migliaia di persone. Gli sfollati hanno trovato rifugio nei campi di Ardamata e Dorti, situati alla periferia di El Geneina, la capitale del Darfur occidentale, mentre altre persone sono rimaste bloccate più a nord a Tanjeke.

Circa 750 famiglie – oltre 5mila persone – sono riuscite fino a oggi a raggiungere i campi di Ardamata e Dorti, ma molti altri sono rimasti indietro e restano alla mercé dei gruppi armati ancora attivi nella regione. Nel villaggio di Tanjeke, che si trova 30 km a nord di El Geneina, almeno mille famiglie sono radunate in piccoli rifugi individuali fatti di erba e foglie e privi di tetti adeguati. Le persone sfollate sono altresì prive di acqua e saranno presto prive di cibo. La maggior parte di loro proviene dai campi di Artega e Kouta e sta fuggendo per la seconda volta in meno di tre anni. Il 19 gennaio, un’equipe di valutazione di Medici Senza Frontiere (MSF) ha potuto raggiungere Tanjeke, ma gli alti livelli di insicurezza lungo la strada hanno impedito ogni ulteriore intervento. Questo ambiente estremamente pericoloso lascia la popolazione sfollata, già indebolita, priva della quanto mai necessaria assistenza.

Nel frattempo, a El Geneina continuano a giungere persone sfollate a piccoli gruppi, principalmente durante la notte a causa del rischio di attacchi lungo la strada. Numerosi sono i rapporti di atti di violenza perpetrati nei confronti degli abitanti dei villaggi. Nel campo di Ardamata, MSF ha messo in piedi una clinica mobile per effettuare uno screening dei nuovi arrivati, e oltre 500 persone sono state curate. Inoltre, l’8 gennaio, sono stati distribuiti generi di prima necessità (come taniche per l’acqua, coperte e teli di plastica) a 750 famiglie nei campi di Ardamata e Dorti. Sono stati distribuiti anche biscotti ad alto contenuto proteico agli sfollati.

“Le condizioni di vita nei campi sono particolarmente difficili in questo periodo dell’anno, con le temperature che scendono a cinque gradi durante la notte”, afferma Stephane Reynier, coordinatore di MSF a El Geneina. “La popolazione sfollata ancora intrappolata nella regione di Sirba sta patendo condizioni di estrema difficoltà, in aggiunta all’insicurezza della zona”.

L’insicurezza costante nella regione e in particolare lungo le strade rende i movimenti estremamente difficili per gli operatori umanitari. Oggi, in Darfur, raggiungere le popolazioni in difficoltà è, in molti casi, impossibile.

MSF lavora in Darfur dall’inizio del 2004.

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