Direttiva sull’accoglienza rischia di esacerbare marginalità e vulnerabilità

Direttiva sull’accoglienza rischia di esacerbare marginalità e vulnerabilità

Esprimiamo preoccupazione per la direttiva del Ministero dell’Interno sui servizi di accoglienza che, in un’ottica esclusivamente orientata al contenimento dei costi, chiede di ridurre al minimo i servizi garantiti ai richiedenti asilo, restringendo gli interventi di inclusione sociale solo ai titolari di protezione.

Temiamo che si tratti di una soluzione di corto respiro che avrà l’effetto di inasprire le condizioni di vita dei richiedenti asilo, aggravarne i disagi e ostacolare l’individuazione di persone vulnerabili, con un impatto negativo sulle loro condizioni di salute.
Anne Garella Capomissione in Italia

L’87% dei pazienti che seguiamo nei centri di accoglienza ha bisogno di supporto psicologico proprio per le difficili condizioni di vita nei centri, soprattutto in quelli di grandi dimensioni, che spesso contribuiscono a riacutizzare i traumi subiti durante il percorso migratorio, in particolare le violenze e le torture subite in Libia.

Auspichiamo che qualunque direttiva emanata tenga conto dei bisogni medici e psicologici di tutti i richiedenti asilo, garantendo adeguate forme di supporto psicosociale e assistenza.

Durante uno dei nostri interventi, siamo stati in grado di curare un richiedente asilo che aveva subito gravi ustioni in Libia. Siamo stati in grado di identificare questo paziente grazie agli sforzi degli operatori del centro. Questo tipo di caso non potrebbe più essere identificato nei centri di accoglienza a causa dei tagli finanziari che potrebbero derivare dall’applicazione di questa direttiva” conclude Anne Garella di MSF.

Il nostro rapporto “Traumi Ignorati” sul disagio mentale associato all’esperienza della migrazione è scaricabile QUI.

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