Emergono problemi di salute mentale tra chi fugge dalla Siria del nord-est

Emergono problemi di salute mentale tra chi fugge dalla Siria del nord-est

Tra le persone che dalla Siria nord-orientale stanno arrivando in Iraq iniziano ad emergere problemi di salute mentale.

Le nostre équipe hanno aperto recentemente un centro di salute nel campo di Bardarash e secondo Bruno Pradal, coordinatore MSF delle attività di salute mentale “Circa il 50% delle persone visitate durante una prima valutazione dei bisogni nel campo presentava sintomi legati alla depressione e all’ansia, e problemi fisici non legati a una specifica patologia medica come rigidità muscolare, mal di testa, mal di schiena.”

Il campo di Bardarash ospita attualmente 11.000 persone arrivate dalla Siria ed è già al pieno della sua capacità anche se le persone continuano ad arrivare. Una nostra équipe si sposta di tenda in tenda per incontrare e parlare con le persone, identificare quelle con maggiori necessità di supporto psicologico e trasferirle nel nuovo centro di salute. In alcuni casi, le équipe offrono un primo supporto psicologico alle persone particolarmente vulnerabili.

Una bomba ha colpito l’abitazione del mio vicino di casa che è rimasto ferito. Mi ha chiesto di portare con me suo figlio disabile e di prendermi cura di lui. Ora lo tengo con me insieme ai miei figli. Non c’è più sicurezza in Siria. Non riesco a mangiare né a dormire. Sono spaventato, non voglio tornare indietro, vorrei poter dormire senza il suono degli spari e delle esplosioni e la paura che un missile possa colpire la mia casa”. Salih

Gli operatori di MSF hanno visto persone con pensieri suicidi e primi sintomi di disordine da stress post-traumatico, e cercano di supportare la loro capacità di recupero con consigli su come prendersi cura di sé e degli altri e far fronte allo stress.

Le persone erano preoccupate per il loro futuro e si sentivano senza speranza pensando alle cose che erano stati costretti a lasciare, come la casa, il lavoro o i loro cari. Anche se è comune trovare questi sintomi come conseguenza di quello che hanno vissuto, non significa che non hanno bisogno di un immediato supporto di salute mentale”. Bruno Pradal Coordinatore attività salute mentale

Molte persone dicono di venire da Ras Al-Ayn e Qamishli – rispettivamente 220 e 110 km dal confine iracheno. Qualcuno ha iniziato a menzionare Al-Hasaka. Alcuni dicono di essere fuggiti da almeno un’altra zona in Siria nord-orientale prima di prendere la decisione di attraversare il confine e venire in Iraq.

Molti hanno raccontato che tante persone sono rimaste indietro perché avevano un membro della famiglia malato oppure, tra i diversi ostacoli, perché semplicemente non hanno trovato il momento giusto di andare via.

Ho due figlie che sono ancora in Siria. Mi hanno detto di andare e che mi avrebbero seguito subito dopo con le loro famiglie. Sono passati dieci giorni e ancora non ho avuto nessuna notizia, non so se siano andate via o se sia successo loro qualcosa”. Salih

Oltre al supporto per la salute mentale, il nostro nuovo centro per la salute fornisce servizi a molti uomini, donne e bambini del campo che soffrono di infezioni respiratorie del tratto superiore come secrezione nasale, raffreddore e tosse, causati principalmente dalle fredde notti trascorse in tenda. Anche le persone con malattie non trasmissibili tra cui il diabete e l’asma sono state curate così come alcune persone con diarrea acquosa.

Nel frattempo, proseguono le attività iniziate una settimana fa lungo il confine siriano nel campo di Al-Walid e Sahela. Le cliniche mobili forniscono in due aree del paese cure di base e screening per la malnutrizione.

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