Ennesima tragedia nel mar Mediterraneo. Aumentare subito operazioni di ricerca e soccorso
 

Video dal gommone della Dignity1 che ha partecipato ai soccorsi.

 

4 minuti. Un pugno nello stomaco. #Naufragio #Mediterraneo

Posted by Medici Senza Frontiere on Thursday, August 6, 2015

 

L’ennesima tragedia nel Mediterraneo, in cui centinaia di persone sono annegate dopo il capovolgimento di un barcone che portava circa 600 persone, evidenzia la grave carenza di un adeguato sistema di ricerca e soccorso in mare. Lo afferma l’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), che oggi ha partecipato ai soccorsi.

La barca di legno si è capovolta vicino alla costa libica, poco prima che arrivasse sul posto la nave di MSF Dignity 1. 

MSF ha ricevuto una prima chiamata dal Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma alle 9 di questa mattina per la barca di legno in difficoltà, ma è stata poi dirottata sul soccorso di un altro barcone. Quest’ultima operazione, che ha soccorso 94 persone, è terminata intorno alle 12.30. La Dignity 1 ha poi ricevuto un’altra chiamata che chiedeva di tornare a soccorrere la prima barca. All’arrivo della Dignity 1, una nave irlandese arrivata per prima sul luogo aveva già avviato le operazioni di salvataggio perché la barca si era già capovolta. Sembrano essere sopravvissute circa 300 persone. 

“È stata una vista orribile, persone che si aggrappavano disperate ai giubbetti di salvataggio, alle barche, a qualunque cosa trovavano per cercare di salvarsi la vita, in mezzo alle persone che stavano annegando o a chi era già morto” racconta Juan Matías, coordinatore di MSF a bordo della Dignity 1. “Il fatto che siamo stati chiamati prima per assistere questa barca e subito dopo per un altro salvataggio, dimostra la grave carenza di risorse disponibili per operazioni di soccorso nel Mediterraneo.”

Altre navi sono poi giunte sul luogo del naufragio per partecipare alle operazioni. La Dignity 1 ha fornito assistenza medica a 10 persone, di cui 5 erano in condizioni cosìgravi da richiedere l’evacuazione via elicottero. Anche le altre navi su cui opera MSF, la Bourbon Argos e la MY Phoenix gestita dal MOAS, sono accorse sul posto. 

“Oggi in mare abbiamo vissuto da vicino un nuovo, grandissimo dolore” ha detto Loris De Filippi, presidente di MSF. “È un imperativo che le operazioni di soccorso si avvicinino il più possibile alle zone di partenza: solo due giorni fa 5 persone sono morte per disidratazione dopo 13 ore su un barcone e oggi questa tragedia ad appena 15 miglia dalla Libia. L’unica soluzione per porre fine a lutti e sofferenze in mare è aprire vie legali e sicure per consentire a queste persone, costrette a fuggire da guerre e povertà, di trovare sicurezza senza rischiare la vita.

Prima della tragedia di oggi, 1941 persone hanno già perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. MSF ha avviato la propria azione di ricerca e soccorso in mare a maggio e finora ha soccorso più di 10.000 persone.

Le nostre operazioni nel Mediterraneo

A partire dallo scorso maggio, abbiamo avviato per la prima volta attività di ricerca e soccorso in mare a bordo di tre navi la MY Phoenix (in collaborazione con il MOAS), la Bourbon Argos e la Dignity 1. Non possiamo porre fine alle guerre e alla miseria che costringono le persone a lasciare i loro paesi d'origine, ma possiamo fornire assistenza e  ridurre il numero di morti. Le nostre équipe nel Mediterraneo stanno lavorando per salvare vite, finché la situazione non sarà adeguatamente e umanamente affrontata dall’Unione Europea. Per saperne di più >>

La campagna: #milionidipassi

Alle persone in fuga Medici Senza Frontiere (MSF) ha dedicato la campagna #Milionidipassi, con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia ridata umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita. 

All’Europa e al governo italiano chiediamo:

  • vie legali e sicure perché le persone in cerca di protezione possano raggiungere il continente
  • il ripristino di attività di ricerca e soccorso in mare
  • piani d'emergenza per garantire sempre adeguate condizioni di accoglienza

Serve un nuovo approccio umanitario, che guardi alle indicibili sofferenze di sfollati e rifugiati e alle ragioni della loro fuga, non alle modalità – legali o illegali – del loro viaggio o ai timori dei paesi di arrivo. Fai un passo anche tu in questa direzione! Aderisci alla campagna #MILIONIDIPASSI.

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