Etiopia

Addis Abeba/Ginevra/Roma, 17 luglio 2008 – La sezione svizzera di Medici Senza Frontiere (MSF) ha deciso di interrompere le proprie attività a Fiq, regione somala dell’Etiopia dove operava dal dicembre 2007, per non poter più rispondere adeguatamente ai bisogni sanitari della popolazione vittima del conflitto che colpisce la regione.
Dall’ aprile 2007, l’aumento delle violenze e le restrizioni dell’embargo economico, hanno avuto delle serie ripercussioni sulla popolazione civile la cui situazione umanitaria e sanitaria è ulteriormente aggravata dalla siccità. Queste popolazioni, principalmente nomadi, subiscono limitazioni nei movimento che impediscono di svolgere regolarmente le loro attività, subendo altresì restrizioni nell’accesso all’acqua e al cibo.
I ripetuti ostacoli amministrativi e le intimidazioni nei confronti dello staff di MSF nell’area di Fiq, hanno impedito all’organizzazione di portare assistenza medica alla popolazione. Nonostante gli accordi siglati con le autorità federali, lo staff internazionale di MSF non ha ricevuto i necessari permessi di lavoro e ha potuto svolgere la propria attività solo in maniera frammentata. “Nei 6 mesi d’intervento, le nostre equipe mediche potevano lavorare soltanto per dieci settimane nella città di Fiq e per cinque alla periferia della città dove sono stati riscontrati i bisogni più urgenti. Tutto questo ha ridotto significativamente l’impatto medico della nostra azione” ha dichiarato Hugues Robert, responsabile del progetto in Etiopia a Ginevra. Sono stati presi in carico solo 84 bambini che soffrono di malnutrizione quando i tassi di malnutrizione sono superiori al 9% della popolazione infantile monitorata in alcuni villaggi, secondo l’ultima valutazione che MSF ha effettuato a maggio. Inoltre, nei sei mesi passati, le cliniche mobili di MSF sono state in grado di fornire consultazioni mediche soltanto a 677 pazienti nell’area rurale più colpita intorno a Fiq, dove si aspettava un numero maggiore di pazienti. L’atteggiamento delle autorità nei confronti delle organizzazioni umanitarie si è tradotto nei ripetuti arresti di personale di MSF Svizzera senza fornire i capi d’accusa o delle spiegazioni al riguardo.
“Siamo quindi impossibilitati a effettuare delle valutazioni in modo indipendente e a implementare le nostre attività dove i bisogni sono più impellenti” continua Hugues Robert. "Nonostante i continui tentativi per migliorare le relazioni con le autorità, la nostra organizzazione può soltanto esprimere il proprio rammarico per l’assenza di un margine di manovra per fornire un’assistenza medica imparziale e indipendente”.
In un momento in cui c’è un immediato bisogno di aumentare ulteriormente la risposta umanitaria, MSF Svizzera chiede al governo etiope di cambiare le condizioni generali di lavoro per le organizzazioni umanitarie della regione somala dell’Etiopia.

 

MSF Svizzera lavorava in Etiopia dal 1993 realizzando progetti a South-Omo, Sekota, Damot Gale e Gambella. Era inoltre intervenuta per rispondere a particolari emergenze di tipo epidemico e ai bisogni nutrizionali della popolazione nelle zone di Wollyta, Gurage e Hadiya.
Dal dicembre 2007 MSF Svizzera gestiva un centro di salute e un sistema di cliniche mobili per raggiungere la popolazione della zona. 

 

Altri progetti di MSF in Etiopia: MSF lavora in Etiopia dal 1984. Attualmente sta gestendo un’emergenza nutrizionale nel centro del paese. MSF gestisce inoltre progetti a lungo termine in diverse regioni dell’Etiopia. Nella parte orientale della regione somala MSF cura pazienti affetti da tubercolosi e fornisce cure di base a Cherrati. Inoltre segue un programma di cure primarie nel Deghabur e nel Wardher. Nel nord del Paese, MSF lavora a Humera, nella regione del Tigray, fornendo cure e terapie per il Kala Azar. Ad Abdurafi, nella regione dell’Amhara, MSF gestisce un programma di prevenzione, cura e trattamento per il Kala Azar e l’HIV/AIDS.

 

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