Gli Usa chiedono ulteriori restrizioni sui farmaci generici per i Paesi in via di sviluppo.

26 Agosto 2003, Ginevra: Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam, Health Action International (HAI), Third World Network (TWN) ed il “Consumer Project on Technology” (CPTech), organizzazioni non governative (ONG) da tempo coinvolte nella discussione sul “Paragrafo 6” della Dichiarazione di Doha (riguardante la produzione di farmaci generici per l’esportazione), hanno acquisito nuove informazioni secondo cui gli Stati Uniti chiedono ulteriori restrizioni sulle esportazioni di farmaci generici ai Paesi in via di sviluppo. Le ONG temono che i recenti dibattiti al Consiglio dei TRIPS (Trade related aspects on intellectual property) del WTO potrebbero minacciare ulteriormente l’accesso ai farmaci dei Paesi poveri.

Le ONG hanno appreso che, nell’ambito dei negoziati all’interno di un piccolo gruppo di cinque paesi, gli Usa hanno chiesto l’aggiunta di clausole supplementari al “testo Motta”, il trattato noto anche con il nome di “December 16” sul quale era quasi stato raggiunto un accordo nel 2002. Dal 2001, il Consiglio dei TRIPS del WTO ha cercato di trovare una soluzione al problema del Paragrafo 6: i Paesi privi della capacità di produrre farmaci, in seguito alle restrizioni dei TRIPS sull’esportazione dei generici, non potranno usare le licenze obbligatorie in modo efficace.

Secondo Ellen ‘t Hoen, portavoce di Medici Senza Frontiere (MSF), “l’accordo proposto pone talmente tante barriere ed ostacoli da renderne impossibile l’attuazione. Chiedendo sempre più restrizioni, sembra che gli Usa spingano verso un sistema rigido che non permetta ai farmaci generici di arrivare ai pazienti nei Paesi in via di sviluppo che ne hanno un bisogno disperato”.

Oltre al “testo Motta”, le richieste statunitensi apparentemente includono:
– Una restrizione dell’accordo all’ “uso umanitario”, clausola vaga che potrebbe dequalificare la normale produzione di generici;
– Una “clausola di dissociazione”, che permetterebbe ai Paesi che lo desiderano di non osservare l’accordo, rendendo così il mercato meno attraente per gli esportatori;
– Pesanti costrizioni per i fornitori di generici perché modifichino le confezioni esportate di modo che non possano essere re-importate;
– Un “meccanismo di verifica” per monitorare l’uso del sistema e la re-importazione dei generici nei mercati ricchi, che rappresenta un ulteriore aggravio burocratico.

Complessivamente, l’effetto di questi provvedimenti sarebbe quello di scoraggiare i Paesi dall’adottare questo sistema e di restringere pesantemente la produzione di generici. Il testo Motta é già estremamente complicato e non fornisce alcun incentivo economico per esportare generici. Sembra che gli USA stiano spingendo per ulteriori limitazioni al testo Motta, che verrebbero incluse in un annesso “Testo del Presidente”.

Sia l’OMS che gli esperti in materia di proprietà intellettuale, raccomandano una soluzione più semplice, attuabile e economicamente possibile: concedere la produzione di farmaci generici per l’esportazione come un’eccezione ai diritti sui brevetti. Questa è la soluzione preferita anche dalle ONG.

“Raccomandiamo al WTO di ricominciare da capo,” ha dichiarato Michael Bailey di Oxfam. “I membri del WTO dovrebbero prendere il tempo per trovare una soluzione reale. E‘ sicuramente più importante far arrivare i farmaci alle popolazioni più vulnerabili, piuttosto che siglare un accordo a Cancun.”

I negoziati si stanno ora svolgendo tra la presidenza del Consiglio dei TRIPS e solamente cinque paesi: gli Stati Uniti, il Brasile, l’India, il Sud Africa, e il Kenya.

Per ulteriori informazioni, potete contattare:
– Ufficio stampa MSF: 06/44869255
– Michela Sonego (responsabile medico MSF): 06/4486921
Ellen ‘T Hoen (portavoce di MSF): 0033 6 223 75871

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