Guinea, l’assistenza ai feriti ostacolata dal coprifuoco e dalla chiusura dell aeroporto.

Conakry/Roma, 13 febbraio 2007 – Prima del fine settimana, in vista di possibili nuove manifestazioni, MSF si era preparata alla possibilità di dover far fronte a una situazione d’urgenza. L’equipe ha messo in piedi strutture nel centro di salute di Matam a Conakry e nell’ospedale di Gueckedou, dove MSF gestisce due programmi di lotta contro l’HIV/AIDS.

Il centro di salute di Matam già disponeva di un’unità d’emergenza. MSF ha allestito due tende supplementari per incrementare la capacità di cura dei feriti. Cinque operatori medici supplementari sono arrivati per supportare il team. Le persone con ferite relativamente leggere vengono curate in questo centro di salute, quelle con ferite più serie trasferite all’ospedale di Donka, in grado di fornire un’assistenza chirurgica più avanzata.
“A Matam, nell’arco di 24 ore abbiamo ricevuto più di 47 persone con ferite da arma da fuoco”, racconta Sergio Martin, capo missione di MSF in Guinea. “In questo momento siamo particolarmente preoccupati dalle conseguenze della legge marziale che include un coprifuoco per cui gli spostamenti sono autorizzati solo tra le 16 e le 20. Come possiamo trasportare i pazienti che hanno bisogno di cure specialistiche se non abbiamo il permesso di muoverci tra le strutture sanitarie? Stiamo cercando di ottenere un permesso speciale, ma finora non ci è stato garantito nulla”.

Ieri sono iniziate violente dimostrazioni anche nella città di Gueckedou, situata vicina al confine con la Liberia. Nel pomeriggio sette feriti sono giunti all’ospedale locale.
Non è la prima volta che MSF deve intervenire con servizi medici d’urgenza a Conakry. Meno di un mese fa, durante una prima ondata di manifestazioni, MSF aveva fornito al centro di salute di Matam due kit chirurgici, ciascuno sufficiente per trattare 150 persone, bende per 200 ferite e materiale per curare 160 bruciature.

“Siamo preoccupati per i 1.200 pazienti regolai nel nostro progetto HIV / AIDS”, aggiunge Martin. “Vengono al nostro centro regolarmente per ricevere assistenza medica e farmaci antiretrovirali gratuiti. Ma l’attuale insicurezza e il coprifuoco impediscono loro di venire da noi, e potrebbero non essere in grado di seguire il trattamento regolarmente. Le conseguenze per la loro salute potrebbero essere gravi”.
L’aeroporto a Conakry è chiuso dallo scorso fine settimana, il che ha reso praticamente impossibile per le organizzazioni umanitarie portare personale e scorte d’emergenza in Guinea.

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