Haiti: una nuova ondata di violenza colpisce la capitale Port au Prince.

 

 

Nel luglio 2006 Medici Senza Frontiere (MSF) ha curato oltre 200 feriti da arma da fuoco nelle tre strutture mediche presenti a Port au Prince: il centro traumatologico di St. Jospeh, situato nel quartiere Turgeau, l’ospedale St. Catherine a Cité Soleil e l’ospedale Jude Anne nell’area di Delmas. Questo dato rappresenta un aumento del 110% rispetto ai ricoveri, dovuti a ferite d’arma da fuoco, registrati in giugno.

“Un livello di violenza simile è estremamente alto, anche per una città di due milioni di abitanti”, afferma Yann Libessart, responsabile MSF del centro traumatologico di St. Joseph. “In seguito agli scontri avvenuti tra il 20 e il 21 luglio i nostri medici e chirurghi hanno curato 37 vittime di violenza in 48 ore”. Dal dicembre 2004 oltre 5mila persone sono state ricoverate negli ospedali di MSF per ferite legate a episodi di violenza; tra queste si registrano oltre 2500 feriti da arma da fuoco e 1500 da armi bianche.

“Tutti i giorni sentiamo il rumore degli spari qui in città”, afferma Petra Reijiners, responsabile per MSF dell’ospedale Jude Anne. “Sono sempre più i quartieri dove la popolazione civile è costretta a vivere in uno stato di paura costante. Le persone sono terrorizzate all’idea di essere colpite da pallottole vaganti. A luglio abbiamo curato dieci pazienti per ferite da arma da fuoco al Jude Anne, una struttura in cui normalmente forniamo cure ostetriche d’emergenza gratuite”.

Nelle settimane scorse MSF ha visitato anche quattro luoghi nella città dove gli abitanti si sono rifugiati in seguito all’ultima ondata di violenza. Qui MSF ha incontrato una giovane madre di 25 anni con sette figli a carico, costretta ad abbandonare la propria casa a causa degli scontri: “uomini armati hanno iniziato a sparare alla gente e tutti hanno iniziato a correre. Hanno ucciso mio marito, dato fuoco alla mia casa. Non so perché fanno così. Ora non so dove andare” ha raccontato la donna.

In questo contesto di violenza diffusa, il rispetto dei civili da parte dei gruppi amati rimane la preoccupazione maggiore per MSF. “Nelle nostre due strutture sanitarie a Citè Soleil, il quartiere più violento della capitale, abbiamo trattato molte donne e bambini, si tratta di persone colpite da pallottole vaganti”, ha detto Loris De Filippi, responsabile MSF dell’ospedale St. Catherine a Cité Soleil.”A causa dell’incertezza della situazione, abbiamo dovuto prendere la difficile decisione di chiudere temporaneamente il nostro centro di salute primaria a Chapi. Manteniamo comunque i servizi di emergenza dell’ospedale St. Catherine attivi 24 ore su 24″.

“Anche se è difficile prevederlo, temiamo che la recente nuova ondata di scontri a Port au Prince non prometta nulla di buono” conclude la Reijeners.

MSF lavora ad Haiti dal 1991. A Port au Prince MSF lavora in 4 strutture sanitarie. L’ospedale St Catherine è situato a Cité Soleil e offre cure d’emergenza alle vittime di violenza, qui si effettuano 4mila consultazioni al mese nel centro di salute primaria e circa 100 ricoveri al mese. MSF offre inoltre cure traumatologiche d’emergenza all’ospedale St. Joseph e gestisce un centro di riabilitazione situato nell’area Pacot. Da quando questa struttura è stata aperta nel marzo 2006, l’ospedale Jude Anne ha assistito circa 2mila parti e realizzato oltre 10mila consultazioni pre e post parto oltre ad aver allestito un programma per la prevenzione della trasmissione HIV madre figlio. A Petite Riviere de l’Artibonite, MSF sostiene i servizi sanitari locali.

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