Il difficile viaggio per accedere alle cure mediche. La storia di Zita e Marie

Zita è arrivata al centro di salute di Kabo, nel nord della Repubblica Centrafricana, dieci giorni fa, insieme alle sue due figlie Marie, 2 anni, e Nelpha, 5 mesi. Vengono da Ngoumouru, a circa 50 km da Kabo. Hanno percorso a piedi  20 chilometri da Ngoumouru a Farazala, da dove hanno raggiunto Kabo su una moto di MSF. Hanno impiegato un intero giorno per arrivare a destinazione.

La maggiore delle sue figlie, Marie, si è ammalata due o tre mesi fa prima di malaria, poi di una grave forma di malnutrizione. Zita aveva portato la figlia al centro di salute di Ouandago, vicino casa. Lì, hanno somministrato alla bambina il paracetamolo, quindi l’hanno rimandata a casa. Zita rimane a casa sperando in un miglioramento della condizione di Marie. Aveva paura di percorrere le strade perché temeva un attacco da parte di uomini armati.

"Di solito non viaggio sulle strade perché non sono sicure. Spesso uomini armati fermano le persone che cercano di passare. Anche a bordo di una bicicletta o di una moto ti fermano per chiederti soldi. Fermano anche chi sta cercando di trasportare una persona malata. Solo se viaggi a piedi a volte non ti chiedono nulla. Allora siamo venute a piedi. Non avevamo soldi per pagarli: sono capaci di esigere dai 250 ai 500 franchi CFA ogni volta". (Un dollaro USA è pari a 590 franchi CFA; una piccola pentola di verdure sufficienti a sfamare una famiglia per un giorno costa circa 650 franchi CFA).

L'ultima volta che Zita è stata derubata era una settimana prima di partire per Kabo. Durante la notte, tre uomini armati sono arrivati nella casa in cui vive con suo marito, le sue due bambine, e altri nove membri della famiglia. Gli uomini hanno cominciato a gridare, chiedendo soldi e picchiandoli. Poi hanno cominciato a sparare. Quella notte, uno dei suoi familiari è stato ferito a una gamba e ha avuto bisogno di assistenza medica.

Nell’ultimo periodo – racconta Zita – ci sono state meno rapine rispetto al solito, ma questo dipende dalla stagione, non da questioni politiche. "Siamo nella stagione delle piogge, ci sono meno arbusti secchi sul ciglio della strada dove i banditi possono nascondersi " – spiega Zita. "Quando ritornerà la stagione secca, la situazione peggiorerà di nuovo”.

Prima Zita era una coltivatrice. Da quando, però, gli uomini armati hanno preso anche il controllo dei campi e hanno obbligato gli agricoltori a smettere di lavorare per permettere al loro bestiame di pascolare lì, Zita va in cerca di patate selvatiche nella foresta, non lontano da casa sua. Per sentirsi più sicura, si sposta in gruppo con altre donne. Sanno che potrebbero essere attaccate di nuovo, ma non hanno altra scelta se non quella di spostarsi.

Quando le condizioni di salute di Marie sono peggiorate, Zita, nonostante la paura, ha deciso di lasciare la sua casa e raggiungere il centro sanitario di Kabo insieme alle sue due bambine e a suo marito. Grazie alle cure ricevute nel corso degli ultimi dieci giorni nel centro di Kabo, Marie si sta riprendendo. Ma è ancora debole e il suo viso è ancora gonfio a causa di un edema.

“Prima non era così. Vivevamo tutti in pace”, conclude Zita.

Dal 2006, i team di MSF a Kabo hanno fornito assistenza medica a più di 50 000 persone. Da gennaio a luglio 2016, MSF ha effettuato più di 30 000 visite mediche presso il centro di salute di Kabo (un terzo delle quali per casi di malaria) e ha assistito a più di 600 nascite. Quasi 2700 persone hanno ricevuto cure ospedaliere.

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