Il mercato ha fallito: urgono nuove strategie contro la Tubercolosi.

 

 

Parigi/Ginevra, 30 ottobre 2006 La recente esplosione di un'epidemia di Tubercolosi “ultra-resistente” ai farmaci richiede un immediato cambiamento di strategia da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Secondo i dati presentati dall'organizzazione medico-umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere in occasione della Conferenza Mondiale sulle Malattie Polmonari (in corso a Parigi dal 31 ottobre al 3 novembre) nessuno dei nuovi farmaci contro la TB attualmente allo studio potrà offrire una soluzione in tempi rapidi. D'altra parte continuare a utilizzare le terapie oggi in uso, ma largamente inefficaci è una scelta che condanna a morte centinaia di migliaia di pazienti.

MSF chiede dunque all'OMS di farsi promotrice di un'azione che riconosca la priorità della lotta alla TB – e in particolare alle forme ultra-resistenti ai farmaci – e che per questo vengano destinati adeguati finanziamenti alla ricerca contro questa malattia.
 

Ogni anno si registrano 450mila nuovi casi di TB resistente ai farmaci. Si definiscono casi “ultra-resistenti” quelli in cui il paziente non risponde ne alle terapie di prima linea a base di antibiotici, ne a quelle di seconda linea. Per queste persone la cura è sostanzialmente inesistente. Queste forma ultra resistenti non sono nuove: casi si sono registrati da tempo nell'Europa Orientale e nell'Asia centrale. Ciò che desta grande allarme è però la comparsa di focolai di TB ultra-resistente in Paesi come il Sudafrica con un elevatissimo tasso di prevalenza dell'HIV. Nei sieropositivi, infatti, la probabilità di contrarre la TB è molto più elevata e si rischia così una rapida diffusione dei ceppi di TB ultra-resistente.
 

“Cercare di trattare la TB ultra resistente con i soli strumenti che abbiamo oggi a disposizione è come voler abbattere una foresta con un tosaerba”, dice la dottoressa Christine Genevier che lavora per MSF in Kenia.

MSF chiede con urgenza all'OMS di agire in prima persona smettendo di delegare la responsabilità dello sviluppo di nuovi farmaci alle diverse partnership pubblico-private e filantropiche. La stessa comparsa della TB ultra-resistente è di per se la dimostrazione del fallimento delle politiche dell'OMS e occorre agire subito per far arrivare ai malati nuovi e più efficaci farmaci e test diagnostici. Le medicine in uso oggi sono state scoperte tra gli anni '50 e gli anni '60. Il test diagnostico è in grado di individuare la TB solo nella metà dei pazienti effettivamente infetti e risale addirittura alla fine dell'800: non ci si può meravigliare che sia un'arma spuntata.

La risoluzione approvata lo scorso maggio dall'Assemblea generale dell'OMS riconosce la necessità di cambiare le dinamiche che fin qui hanno lasciato la ricerca medica nelle mani delle sole industrie private che necessariamente tralasciano le malattie dei più poveri per investire in quelle dei ricchi. La ricerca di nuovi farmaci per la Tb deve essere una priorità.

MSF cura 17mila pazienti affetti da TB in 94 progetti distribuiti in 44 Paesi e assiste un numero sempre crescente di casi di TB ultra resistente ai farmaci.

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