Inondazioni in Mozambico Da Medici Senza Frontiere – MSF un appello: bisogna evacuare la popolazione

A Chokwe, 25.000 persone sono aggrappate ai tetti e agli alberi: una situazione disperata. Se la diga del Rio dos Elefantes, vicino al Botswana salta – come è verosimile – per loro non c'è scampo.

C'è bisogno urgente che i governi, la protezione civile e le compagnie facciano uno sforzo in termini di logistica, elicotteri, gommoni, etc. Al momento le operazioni in corso e gli elicotteri sudafricani possono evacuare 2.700 persone al giorno .. è qualcosa ma è irrisorio difronte alla tragedia.

I team di MSF sono ritornati a Chokwe con una tonnellata di BP5 – biscotti ad alto contenuto energetico sostitutivi dei pasti – acqua potabile, ripari; l'assistenza medica viene improvvisata: "ci chiamano dai tetti e dagli alberi, ci sono feriti, e la fame e la sete fanno il loro gioco" è il triste resoconto dei volontari di MSF. Il team – un medico, un infermiere, un logista – ha passato la notte sul tetto di un'azienda. Adesivi di MSF sono stati sistemati dappertutto per attirare l'attenzione degli elicotteri che portano via i feriti, i vecchi e i bambini. La gente è esausta.
Il livello dell'acqua si sta abbassando a Chowke, ma la situazione rimane drammatica. MSF è la sola ONG presente. Il distretto di Chowke aveva 200.000 abitanti; ne sono stati individuati solo 50.000.
A Chaquelane, è stato allestito un campo di transito, dove la gente arriva da Chowke via elicottero.
Ci sono 20.000 persone nel campo; riposano per un po' e poi vanno via; non possono restare a lungo; l'acqua sta arrivando. Vengono portati con dei camion a Macia. Lì, oltre a MSF ci sono l'Oxfam, la Caritas, il WFP. MSF fornisce assistenza medica e acqua.

MSF non ha i mezzi per salvare più vite. Dare alla gente, appesa agli alberi, farmaci e BP5 non è sufficiente, poiché stanno morendo, è questione di ore. Devono essere evacuati e ricevere soccorso medico d'emergenza.
Le attività di MSF mirano ad alleviare le sofferenze della popolazione isolata con la distribuzione di materiali primari per la sopravvivenza. Questa attività non è risolutiva poiché la gente rimane in aree a rischio. Solo un'immediata evacuazione può salvarli. Ciononostante, questa scelta è un atto di solidarietà e aumenta le possibilità che la gente resista qualche altro giorno.

Il colera è oramai una seria minaccia. 3 casi segnalati a Matola, altri a Maputo. A Beira, l'OMS parla di 18 casi. MSF ha allestito centri di trattamento per il colera a Maputo, Matola e nella provincia di Gaza. I nostri volontari, più di 40 espatriati – tra cui due italiani – e 100 locali, sono pronti ad affrontare gli aspetti medici e sanitari di un'emergenza che è destinata ad avere un lungo domani.

 

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