Inondazioni in Mozambico Medici Senza Frontiere preoccupata per il rischio di epidemie

Di fronte all'ampiezza della catastrofe in Mozambico, solo una mobilitazione importante permetterà di soccorrere le centinaia di migliaia di vittime. Secondo l'organizzazione Medici Senza Frontiere, impegnata nel coordinamento dell'intervento medico d'urgenza nelle due province a sud del paese, sta crescendo il rischio di epidemie.

"Fintantoché non sarà possibile avere una visione globale della situazione, abbiamo circoscritto la nostra azione d'urgenza all'assistenza medica nei centri di transito, dove i profughi si sono riversati a migliaia", dice Jean-Christophe Azé, responsabile di progetto di MSF. E' chiaro che nelle zone inondate, solo un dispiegamento massiccio di mezzi logistici e di trasporto permetterebbe di limitare il numero crescente di vittime a Gaza e Inhambane, le province più colpite dalle inondazioni.

"La nostra grande preoccupazione rimane l'accessibilità alle persone ancora isolate. Se l'acqua sale ancora, la situazione si fa drammatica. La grande densità di popolazione profuga e la precarietà estrema delle condizioni di vita nelle regioni colpite aumentano il rischio di epidemie, come il colera, contro le quali MSF ha già avviato dei programmi di prevenzione e di trattamento tra il 1997 e il 1999" ha detto Thomas Nierle, coordinatore medico d'urgenza di MSF.
Più di 20 membri di MSF, medici, logisti e specialisti del trattamento delle acque sono attivi nelle province di Gaza e Inhambane, dove sono stati allestiti, in tempi rapidi, dei centri di accoglienza. Una équipe di MSF di dodici persone, che portava soccorsi medici alle popolazioni sinistrate della regione di Gaza, ha dovuto ritirarsi nella notte tra lunedì e martedì dalla città di Chokwe – 300.000 abitanti – a causa delle inondazioni di due giorni fa. Da sabato, la maggior parte dei cittadini hanno trovato un rifugio precario sui tetti, quando non sono invece arrampicati sugli alberi che emergono dalle acque del Limpopo e sono senza cibo. I casi di annegamenti si moltiplicano.

34 tonnellate di aiuti d'urgenza, comprensivi di materiale igienico, depuratori dell'acqua, coperte, medicinali, canotti e kit di trattamento del colera sono già stati inviati e un secondo cargo è in viaggio.

"La regione rimarrà senz'acqua per giorni, con conseguenze molto pesanti per la popolazione. Le zone inondate sono terre agricole. Queste aree coltivabili saranno inutilizzabili per lungo tempo, e ciò aggiunge danni al disastro", commenta Jean-Christophe Azé.

Medici Senza Frontiere conta 40 membri espatriati in Mozambico e più di 100 componenti di staff locale. MSF è attiva nel paese dal 1989.

 

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