Inondazioni in Pakistan molti villaggi sono ancora isolati.

 

Islamabad/Roma, 18 luglio 2007 – Le equipe di MSF hanno visitato diverse zone in Pakistan in seguito alle inondazioni causate dal ciclone Yemyin. Il ciclone ha colpito il Pakistan con pesanti piogge e forti venti il 26 giugno. MSF sta intervenendo con cliniche mobili, e sta distribuendo generi di soccorso incluse tende, coperte, kit di igiene e scorte alimentari. Il 14 luglio, un’equipe di MSF ha iniziato a lavorare a Barija, una zona remota dove al momento non sono presenti altre organizzazioni umanitarie.

Non appena venuta a conoscenza delle inondazioni che avevano colpito la provincia del Balochistan, MSF è entrata in contatto col governo del Pakistan. Il governo non ha concesso a MSF l’accesso alle zone colpite fino al 5 luglio. Da allora, due equipe di MSF hanno esplorato diverse aree. Nella maggioranza delle zone colpite, molte delle case erano state distrutte, ma la maggior parte degli edifici pubblici era ancora in piedi.

MSF ha distribuito scorte alimentari, coperte, tinozze di plastica e bicchieroni a circa 350 famiglie nel villaggio di Bagh Tel. L’equipe ha curato inoltre 270 pazienti in un solo giorno, per lo più casi di diarrea e infezioni cutanee. Nella zona di Magsi Shak, l’equipe ha distribuito tende, teli di plastica, utensili d’igiene e per cucinare e scorte alimentari a 76 famiglie che non disponevano di ripari appropriati.

Il principale problema sono le strade“, racconta Tom Roth, capo missione di MSF in Pakistan. “Muoversi in auto è molto difficile; una delle nostre auto è rimasta impantanata nel fango e ci sono volute ore per tirarla fuori. Molti villaggi sono ancora isolati, anche dopo che le acque si sono ritirate. I ponti e intere strade sono talvolta completamente scomparse.

Vaste zone sono state inondate di acqua, il che significa che i raccolti sono andati persi. Sebbene ci siano state alcune distribuzioni di cibo nei distretti colpiti, siamo preoccupati per la situazione alimentare nei mesi a venire.

Nelle zone che abbiamo visitato e che sono tra le più colpite, le persone nelle zone di Nasirabad e Jaffarabad hanno accesso alle cure mediche. Di conseguenza, abbiamo deciso di recarci in zone più remote, dove nessun altro è ancora stato, come a Barija, nel distretto di Jhal Magsi.

La nostra equipe ha avviato un’operazione di soccorso d’urgenza nel distretto… e resterà per tutto il tempo che sarà necessario. Ci aspettiamo di curare circa 300 pazienti al giorno e abbiamo pronti ulteriori generi di soccorso. Inoltre, la nostra equipe monitorerà attentamente la situazione sanitaria per scongiurare il rischio di epidemie di colera e malaria“.

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