Intensi combattimenti a Mogadiscio: MSF cura 121 feriti in 24 ore

I team di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno trattato finora 121 vittime nell’ospedale di Daynile, di gran lunga il maggior afflusso di feriti registrato da quando MSF ha aperto il suo programma chirurgico a Daynile, alla periferia di Mogadiscio, nel settembre 2007.

Delle 121 persone giunte ieri al pronto soccorso dell’ospedale, 47 erano donne e bambini sotto i 14 anni; numeri che indicano, ancora una volta, l’elevato prezzo pagato dalla popolazione civile nel conflitto in corso. Quattro pazienti, di cui due bambini, sono morti ieri al pronto soccorso. Diciannove feriti sono stati curati oggi, tra cui sette bambini rimasti feriti in seguito al bombardamento della loro scuola. Un bambino è morto in un secondo momento.

Tutte le vittime hanno riportato lesioni dovute alle esplosioni e a ferite da arma da fuoco, vittime con lesioni multiple, prevalentemente ferite all’addome, al torace e alla testa. Finora, per otto pazienti si è reso necessario un intervento chirurgico di emergenza.

“Il team ha lavorato senza sosta per tutta la notte” ha affermato Shelagh Woods, capo missione di MSF in Somalia.

Nel 2008, l’ospedale di MSF a Daynile, con una capienza di 60 posti letto, ha trattato 5.250 persone con lesioni traumatiche, 3.093 delle quali curate per ferite da arma da fuoco. Più della metà delle vittime è costituita da donne e bambini sotto i 14 anni.

MSF è attiva in Somalia dal 1991 e invita tutte le parti in conflitto a rispettare la sicurezza e la protezione dei civili.

 

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