Kenya continuano le violenze sul Monte Elgon

Perché MSF sta denunciando la situazione sul Monte Elgon?
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo visto accadere cose terribili nel Monte Elgon. La popolazione è letteralmente stretta nella morsa della violenza dei gruppi armati da una parte e la brutale campagna condotta da polizia ed esercito dall’altra. È dalla metà del 2006, che i gruppi armati estorcono e rubano alla popolazione proprietà, terre e soldi. Saccheggiano le case e ricorrono alla violenza per affermare la propria autorità. La polizia, e ultimamente anche l’esercito, non sono stati da meno perché sono ricorsi in modo indiscriminato all’arresto e alla tortura di decine di uomini delle comunità sulla base di una loro eventuale appartenenza ai gruppi armati o perché potrebbero essere a conoscenza dei luoghi da essi frequentati. Il culmine delle violenze si è verificato quando le case venivano saccheggiate di notte dai gruppi armati e di giorno dalla polizia: non c’era un attimo di respiro per la popolazione del Monte Elgon, e così decine di migliaia di persone sono fuggite in preda al terrore.

Se la situazione è così grave da tempo perché solo adesso MSF ha deciso di denunciarla?
In realtà abbiamo più volte cercato di attirare l’attenzione su questa crisi ma, ad oggi, con scarsi risultati. Al di fuori dei confini del Kenya nessuno sa veramente cosa sta accadendo ma è di vitale importanza che la popolazione del Monte Elgon venga soccorsa in brevissimo tempo: i bisogni umanitari sono enormi e MSF non può fronteggiarli tutti. Alla gente mancano cose essenziali come cibo e ripari. Spesso le case sono state incendiate e tutti gli averi sono stati rubati o distrutti. Chi è fuggito vive all’aperto su terreni accidentati e al freddo. La gente che torna in piccoli gruppi al proprio villaggio non trova più niente. Ha perso la terra e gli attrezzi agricoli.

Il fatto che la gente stia tornando vuol dire che la situazione va migliorando?
Anche se la situazione è più tranquilla rispetto a marzo, aprile e agli inizi di maggio, la gente vive ancora nel terrore. Le cause della crisi non sono ancora state affrontate e finché non lo saranno, la situazione potrebbe degenerare di nuovo da un momento all’altro. Fino ad ora si è risposto alla violenza con altra violenza e fino a quando le cose resteranno così è improbabile che la situazione migliori.

Cosa stanno facendo le équipe di MSF sul Monte Elgon?
MSF fornisce assistenza sanitaria di emergenza nelle comunità locali e distribuisce teli di plastica, coperte e indumenti. Gran parte delle cliniche e dei centri sanitari erano stati abbandonati dallo staff del Ministero della Sanità per paura o intimidazioni, e quindi abbiamo ripristinato l’assistenza sanitaria in questi centri mentre abbiamo un servizio di cliniche mobili per le aree più isolate. Data la natura del conflitto e le caratteristiche del terreno per la popolazione è una vera impresa riuscire ad ottenere l’assistenza sanitaria. E questo, con un numero così alto di sfollati che vivono in condizioni precarie, è veramente un grosso problema. Stiamo curando moltissime affezioni respiratorie e malattie dovute all’esposizione all’umidità e al freddo nonché lesioni provocate da atti di violenza e torture. Oltre a ciò, forniamo servizi di “counselling” di gruppo e individuali alle vittime della violenza, e di violenza questa gente ne ha subita moltissima.
L’assistenza sanitaria e il sostegno forniti da MSF sono estremamente importanti ma i bisogni umanitari della popolazione del Monte Elgon sono immensi. Ecco perché il nostro rapporto è così importante: è necessario che altri organismi rispondano a questa crisi.
MSF lavora nel Monte Elgon da aprile 2007

 

 

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