La vergognosa inazione dei Governi è la causa della crisi umanitaria sul continente europeo

Di fronte al picco di sofferenza umana creato ai confini dell’Europa, dove migliaia di persone rischiano la vita in cerca di sicurezza senza ricevere un’assistenza adeguata, MSF denuncia le vergognose conseguenze dell’inazione degli stati membri dell’Unione Europea, che stanno ignorando le proprie responsabilità umanitarie. E lancia un appello ai leader europei perché ripensino in modo radicale le proprie politiche migratorie, per offrire vie legali e sicure a chi cerca protezione in Europa.

In vista del Consiglio Europeo del 25-26 giugno, MSF chiede in modo specifico ai leader dell’Unione Europea di mettere a disposizione le risorse necessarie per consentire all’Italia e alla Grecia di assicurare protezione adeguata e condizioni di accoglienza umane nei luoghi di arrivo. Allo stesso tempo i governi di Italia e Grecia devono dimostrare un impegno concreto nel migliorare le condizioni di migranti e richiedenti asilo che giungono alle loro frontiere. L’appello di MSF viene presentato oggi in due conferenze stampa simultanee a Roma e Bruxelles e attraverso l’hashtag #VergognatiEuropa.

"Siamo di fronte a una crisi umanitaria creata ad arte dal fallimento dell’Unione Europea, che non ha saputo mettere in atto politiche e pratiche umane e adeguate per affrontare il problema", dichiara Aurelie Ponthieu, esperta di MSF per la migrazione. "Il deterioramento della situazione non è certo dovuto a numeri ingestibili di migranti e rifugiati, ma è piuttosto il risultato di carenze croniche delle politiche europee nella gestione dei nuovi arrivi. Gli stati membri passano il tempo a discutere di chiusura delle frontiere e costruzione di barriere o a darsi ultimatum reciproci. In questo modo non si fermeranno gli arrivi, ma si comprometterà la collaborazione tra stati per assistere le persone più vulnerabili".

È anche più vergognoso che a fronte dell’estrema sofferenza di migliaia di persone vulnerabili, alcuni paesi membri dell’UE abbiano assunto posizioni ancora più estreme: la Francia e l’Austria hanno rinforzato i controlli alle frontiere; l’Italia ha minacciato di impedire alle navi straniere di sbarcare i migranti sulle proprie coste; l’Ungheria ha annunciato la costruzione di un nuovo muro alla frontiera con la Serbia; pochi paesi hanno dimostrato un sostegno politico significativo ai modesti piani di reinsediamento e distribuzione proposti dalla Commissione Europea.

I dati emersi dai progetti MSF per i migranti in Italia e Grecia dimostrano che le problematiche mediche sono legate soprattutto alle precarie condizioni dell’accoglienza, oltre che alle ferite e ai traumi subiti durante i lunghi e pericolosi viaggi. Poiché le autorità non affrontano in modo appropriato i bisogni sanitari di queste persone, MSF fornisce loro cure mediche e supporto psicologico. 

“L’attuale sistema, compreso il regolamento di Dublino, chiaramente non sta funzionando” dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF, appena rientrato da un mese di attività di ricerca e soccorso in mare sulla nave di MSF Bourbon Argos. “La pratica di rimandare in Italia le persone vulnerabili che rientrano nel regolamento di Dublino dovrebbe essere sospesa immediatamente. E devono essere intraprese azioni urgenti per consentire ai richiedenti asilo in arrivo alle frontiere meridionali dell’Europa di ottenere l’assistenza e la protezione cui hanno diritto secondo le direttive europee.”

In Italia, dove il numero dei nuovi arrivi non è dissimile da quello dell’anno scorso, con circa 60.000 arrivi nel 2015, il sistema di accoglienza è già sotto pressione e in assenza di misure adeguate collasserà nelle prossime settimane. I centri di accoglienza in Sicilia faticano a fornire condizioni di assistenza adeguate e umane, mentre migliaia di persone in transito si ammassano in siti informali nelle principali città italiane e al confine con la Francia, in Ventimiglia, dove MSF ha lanciato un breve intervento di emergenza per rispondere ai bisogni di base.

La Grecia è alle prese con un significativo aumento di arrivi, ma il sistema di accoglienza è praticamente inesistente e le condizioni sono ogni giorno più preoccupanti. Sull’isola di Kos, MSF è l’unica organizzazione a fornire cure mediche e provare a migliorare le condizioni di vita all’interno del campo Capitano Elias, uno stabile in pessime condizioni che le autorità hanno messo a disposizione di rifugiati e migranti mentre aspettano dalle autorità il permesso di lasciare l’isola, un processo che può richiedere settimane.

Dopo la morte di oltre 1800 persone nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno, i finanziamenti per le attività di ricerca e soccorso in mare – azione in cui anche MSF è impegnata con tre navi – sono stati finalmente triplicati negli ultimi mesi. Ma molto poco è stato fatto per fornire assistenza e adeguate condizioni di accoglienza.

"Vogliamo vedere la stessa determinazione messa in atto nel soccorso in mare anche nel garantire condizioni di accoglienza umane e dignitose in Europa” ha detto Manu Moncada, coordinatore delle operazioni di MSF per la migrazione in Italia, Grecia e Balcani. “Invece di parlare di solidarietà tra gli stati membri, è tempo per l’Unione Europea di agire concretamente per aiutare persone che fuggono da terribili crisi umanitarie e trovare un accordo su politiche che siano efficaci, umane e basate sulla compassione per le persone, piuttosto che confermare un atteggiamento ostile di respingimento istituzionale”.

Alle persone in fuga MSF ha dedicato la campagna #Milionidipassi, con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia ridata umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita. www.milionidipassi.it. Oggi rilancia l’appello attraverso l’hashtag #VergognatiEuropa.

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