La violenza in Ciad pone a rischio l assistenza umanitaria per 70mila persone

Lo scorso fine settimana uomini armati hanno preso d’assalto due strutture sanitarie di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Adé e a Goz Beïda, nel Ciad orientale. Gli operatori di MSF sono stati evacuati e le attività legate ai progetti in queste aree sospese a tempo indefinito: 70mila persone sono temporaneamente senza accesso ai servizi sanitari di base. Gli incidenti del fine settimana, con altre rapine ai danni di due ONG e con il sequestro di un’auto delle Nazioni Unite, segna il picco degli attacchi contro organizzazioni umanitarie negli ultimi sei mesi. MSF riconsidererà pertanto se sarà possibile tornare ad operare nel Ciad orientale.

“Il fatto che veniamo attaccati costantemente, minaccia la capacità di MSF, e di altre agenzie umanitarie, di assistere la popolazione nel Ciad orientale. Con seria preoccupazione e rammarico siamo stati costretti a lasciare le due località, lasciando 70 mila persone senza un’adeguata assistenza medica. Come sempre, sono i malati e i più vulnerabili a soffrire maggiormente”, dichiara Karline Kleijer, Capo Missione di MSF in Ciad. Nel Ciad orientale, gli operatori di MSF assistono più di 250 mila persone, fra sfollati interni, rifugiati del Darfur e popolazione locale, e forniscono assistenza sanitaria di primo e secondo livello, acqua potabile, cibo e beni di prima necessità.

Gli ultimi incidenti fanno seguito ad una seria di altri attacchi contro organizzazioni umanitarie avvenuti nei mesi scorsi. Solo nel caso di MSF, ci sono stati 24 gravi incidenti negli ultimi 10 mesi, una situazione che ha portato all’interruzione temporanea delle attività e all’evacuazione del personale di MSF. Questa volta, né i pazienti, né i membri dello staff sono stati colpiti, ma nei precedenti attacchi ci sono state vittime e morti fra gli operatori umanitari. In molti degli assalti, i ladri hanno rubato denaro per i salari dello staff, automezzi e telefoni satellitari.

MSF lavora in Ciad dal 1981 per dare risposta alla violenza, all’insufficienza di assistenza sanitaria e ai costanti focolai di epidemie. Attualmente nel paese lo staff è composto da 85 operatori espatriati e 1200 locali. Nel Ciad orientale MSF sta ora fornendo assistenza medica alla popolazione locale, sia ai residenti che agli sfollati, ad Adré, Guereda, Abéché, Adé, Kerfi, Goz Beïda, e Iriba, così come ai rifugiati fuggiti dalla vicina regione sudanese del Darfur.
 

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