Lampedusa Italia

Alla vigilia della Giornata Mondiale per il Rifugiato, Medici Senza Frontiere (MSF) esprime tutta la sua preoccupazione di fronte agli ultimi, tragici naufragi dei migranti che cercano di raggiungere le nostre coste fuggendo da guerre e povertà, rappresentazione di una tragedia che si ripete puntuale ogni anno. 

Dall’inizio di quest’anno, mentre l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica continua a essere incentrata sulla criminalizzazione dei migranti, sull’estensione a 18 mesi del tempo massimo di permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nonostante le azioni di pattugliamento e di contrasto condotte dall’Agenzia Frontex (L’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea), sono centinaia le persone morte o disperse nel canale di Sicilia e nelle acque maltesi in direzione di Lampedusa, il che evidenzia le condizioni sempre più precarie dei viaggi per raggiungere le nostre coste.

“MSF esprime sconcerto di fronte a una politica italiana che continua a ignorare l’importanza di approntare le strutture e le risorse umane necessarie a garantire standard minimi di accoglienza a quanti giungono sulle nostre coste dopo avere viaggiato in condizioni di estrema durezza”, dichiara Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia. “E questo nonostante quest’anno sia aumentato il numero delle donne (+11%) e dei minori (+4,6%) sbarcati a Lampedusa, categorie di persone particolarmente vulnerabili che richiedono una speciale protezione, e che ben il 30% delle persone sbarcate a Lampedusa provengono dai paesi in guerra del Corno d’Africa: si tratta quindi di potenziali richiedenti asilo”.

MSF chiede al Governo italiano di prestare maggiore attenzione a politiche atte a garantire standard minimi di accoglienza per tutte le persone che cercano di raggiungere le nostre coste, e di garantire ai richiedenti asilo un sistema di accoglienza e protezione secondo quanto previsto dalla normativa. “Siamo molto preoccupati per l’ipotesi – prevista dal pacchetto sicurezza – di espulsione per chi chiede lo status di rifugiato, dopo il primo diniego da parte della commissione che esamina la prima domanda”, aggiunge De Filippi. “E chiediamo altresì di non stipulare accordi di respingimento dei migranti verso paesi, come la Libia, che non aderiscono alle convenzioni internazionali che garantiscono il diritto di asilo e altre forme di protezione”.

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