Lampedusa: MSF costretta a chiudere i progetti

Medici Senza Frontiere (MSF) ha chiuso il 31 ottobre scorso le sue attività di soccorso medico al molo dell'isola di Lampedusa. MSF è costretta a prendere questa decisione dopo che il Ministero dell'Interno ha deciso di non firmare un nuovo Protocollo d'Intesa e di non rilasciare così le autorizzazioni necessarie perché MSF continui ad operare adeguatamente.

MSF, come negli ultimi anni, chiede di operare sul molo di Lampedusa solo nell’ambito di un Protocollo d’Intesa che definisca gli ambiti di responsabilità e di azione. MSF era l’unica organizzazione indipendente di soccorso medico presente sul molo con un’equipe composta da medici, infermieri e mediatori culturali. Secondo il Protocollo d’Intesa, MSF era responsabile delle attività mediche sul molo in collaborazione con la ASL: visitava quindi i pazienti e ne autorizzava il trasferimento nel centro di prima accoglienza, e nei casi più gravi nel poliambulatorio di Lampedusa. Inoltre MSF era autorizzata a seguire i migranti che presentavano complicazioni direttamente nel centro di prima di accoglienza.
Il protocollo prevedeva altresì il coinvolgimento della ASL Palermo 6 che avrebbe dovuto in questi anni prendere in consegna l’accoglienza sanitaria sul molo.

“La mancanza di un Protocollo d’intesa mina l’efficienza e l’efficacia dell’intervento di MSF”  dichiara Loris De Filippi responsabile progetti di MSF Italia. "Chiediamo chiarezza dopo 6 anni di lavoro svolto sul molo gratuitamente e ci piacerebbe capire se, secondo il Ministero e la ASL Palermo 6, c’è ancora bisogno di un servizio di prima assistenza sul molo di Lampedusa, e in caso affermativo chi se ne dovrà occupare e in quali termini e con quali competenze”.

Dal 2002, MSF garantiva cure mediche gratuite d'emergenza ai migranti che sbarcavano sull’isola. Dal 2005 fino ad oggi il team di MSF ha visitato 4.550 migranti, 1.420 solo fra gennaio e ottobre di quest’anno. MSF ritiene che la sua presenza sull'isola sia necessaria fino a quando le autorità sanitarie regionali non saranno in grado di garantire un servizio adeguato di assistenza medica agli sbarchi. Solo nel 2008 sono sbarcate oltre 25mila persone a Lampedusa di cui il 20 % appartenete a categorie vulnerabili come donne e minori inclusi neonati. Le patologie che presentano all’arrivo sono legate alle proibitive condizioni di viaggio: ustioni, ipotermia, complicazioni osteomuscolari tra le più diffuse. Per questo MSF chiede il miglioramento degli standard di accoglienza e che venga quindi garantita assistenza medica specifica sul molo.

Condividi con un amico