L equipe di emergenza di MSF fronteggia un epidemia di febbre tifoidea a Kikwit.

Nell’ospedale principale della città, un’equipe del Team di emergenza in Congo (PUC) di Medici Senza Frontiere provvede ad assicurare le cure gratuite ai pazienti. Inoltre, gli operatori socio-sanitari stanno sensibilizzando la popolazione nell’educazione all’igiene per contenere questa grave epidemia, la cosiddetta “malattia delle mani sporche”.


Kikwit, 29 settembre 2006 –
Un’equipe del Team di emergenza Congo di MSF fronteggia una epidemia di febbre tifoidea a Kikwit, situata a circa 500 km a est della capitale Kinshasa. Dal 20 agosto, sono stati registrati più di 650 casi di febbre tifoidea, tra cui 90 casi di peritonite e perforazione intestinale, e si registrano circa 20 decessi.

MSF sostiene il Kikwit Nord General Hospital nell’offrire cure gratuite di qualità sia a pazienti affetti da sintomatologia lieve sia a quelli che presentano complicazioni gravi (perforazioni intestinali). “ I primi sono trattati ambulatorialmente con antibiotici, mentre gli altri necessitano di ricovero o, nei casi di perforazione intestinale, di intervento chirurgico, ” spiega il dr. Jean Lambert Chala-Chala, del PUC. “ È molto importante che ai pazienti che vengono visitati nell’ospedale sia garantito un triage efficace ”. MSF fornisce le medicine, istruisce il personale dell’ospedale e dei vari centri di salute della città, al fine di assicurare un’adeguata diagnosi e un’applicazione del protocollo di cura.

La febbre tifoidea è una malattia legata al consumo di acqua non potabile, a sistemi fognari inadeguati e alle inondazioni. Conosciuta anche come “la malattia delle mani sporche”, la febbre tifoidea è causata da un batterio (salmonella tiphy) che si trasmette attraverso i liquidi corporei. “La trasmissione può essere diretta – per esempio se uno non si lava le mani prima di mangiare – o indiretta – quando il batterio viene depositato dalle mosche sul cibo al mercato, ” dice Chala-Chala.


Problemi per l’accesso all’acqua
Tra gennaio e aprile 2006, MSF era già intervenuta contro la febbre tifoidea a Kikwit. I dati dello stesso periodo dell’anno scorso mostrano un incremento nei casi di malattia all’inizio della stagione delle piogge. Queste informazioni mettono in luce il collegamento tra la febbre tifoidea e i problemi strutturali nell’approvvigionamento e nella qualità dell’acqua a Kikwit, insieme alle pessime condizioni igieniche in cui vive la maggior parte della popolazione, di cui quasi la metà non dispone di latrine, né di fogne o di fonti di acqua potabile.

Tra le strade in pendenza di Bongisa, nel municipio di Lukolela, l’acqua che cade durante la stagione delle piogge scivola giù tra le capanne e gli alberi. Un fango rossastro porta via spazzatura e feci che finiscono nel fiume Lukemi, ai piedi della collina. Viste le difficoltà di approvvigionamento di acqua a Kikwit, una città di circa 400.000 abitanti, molta gente cerca acqua anche da fonti non protette e dunque nei fiumi. “A Kikwit, la provvista di acqua potabile è molto difficile, ” spiega Ibrahim Barrie, direttore per la sezione del PUC di Kinshasa. “ La popolazione locale deve comperare l’acqua da varie fonti sparse sulle strade principali della città, dove le compagnie di distribuzione idrica vendono l’acqua a 1 franco congolese al litro. Per una famiglia di 6 persone, questo vuol dire 3.600 franchi congolesi (circa $8 US) al mese, una spesa che molte famiglie non possono permettersi!”


Prevenzione
Una parte importante del lavoro svolto da MSF è quella di sensibilizzare la popolazione sull’importanza dell’igiene e della pulizia. ” Una squadra di operatori socio-sanitari sta attualmente formando un team per fare prevenzione all’interno dei vari “distretti sanitari” di Kitwit,” spiega Barrie. “ che, a sua volta, sensibilizzerà la popolazione locale sulle abitudini da tenere per evitare di essere contagiati: lavarsi le mani prima di mangiare, cucinare i pasti adeguatamente, coprire il cibo nei mercati, etc.”

Ovviamente, a Kikwit, l’obiettivo principale resta quello di migliorare l’approvvigionamento dell’acqua e delle infrastrutture sanitarie ed evitare così che epidemie di febbre tifoidea mietano ancora più vittime in futuro.


MSF lavora nella RDC dal 1981. Attualmente, ha circa venti programmi sparsi nel Paese e impiega più di 2.000 lavoratori congolesi che lavorano accanto ad uno staff internazionale di 150 persone per portare assistenza medica alla popolazione locale.

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