L intrepida speranza di una ragazzina di 13 anni

A 82 anni, Solo Robis ha visto tanta gente nascere e morire nel piccolo villaggio di Mofoka, nel Lesotho. Ma ha qualcosa che lo preoccupa: come può evitare che l’HIV/AIDS e la TBC diventino una condanna a morte per la sua vivace nipotina Tsepang, visto che ha visto morire tante persone del villaggio?

Due anni fa Tsepang è risultata positiva al test dell’HIV che, indebolendole il sistema immunitario, le ha fatto contrarre la Tubercolosi. Dopo sei mesi di terapia, ha appena superato una dura battaglia contro la TBC, in un paese in cui le complicazioni legate all’HIV/AIDS, come la TBC, causano ogni anno 18.000 vittime.

Nel Lesotho le strade sono costellate da insegne di imprese funebri: stanno a ricordare l’enorme tributo di vite umane causato da HIV/AIDS e TBC negli ultimi vent’anni. Solo conosce tutto questo fin troppo bene: “È terribile. Negli ultimi dieci anni è stato ancora peggio perché muoiono anche i più piccoli” racconta Solo. “Si facevano almeno due funerali a settimana e in ogni famiglia la morte era diventata una routine, è successo anche a noi, quando sono morte mia moglie e la madre di Tsepang”.

Solo ha la tutela di Tsepang dalla separazione dei suoi genitori e dalla morte per HIV/AIDS della madre, nel 2006. Solo ha portato Tsepang, che allora aveva 9 anni, alla più vicina clinica sostenuta da MSF a Mofoka perchè la bambina stava sempre male: aveva diarrea cronica, rash cutanei, vomito, febbre alta e tosse forte. All’epoca il progetto di MSF Selibeng sa Tšepo (che significa “Fonte di speranza”), creato per aumentare l’accesso alle cure combinate per HIV e TBC, era già stato avviato e così Tsepang ha potuto iniziare la terapia antiretrovirale nella clinica vicina a casa sua.

Da quando Tsepang è risultata positiva al test dell’HIV, Solo si è preso cura di lei, portandola alla clinica per i follow-up medici, le riunioni di sostegno ai bambini e assicurandosi che prendesse i farmaci antiretrovirali (ARV). Ma sa che non potrà prendersi cura di lei per sempre. “Mi occuperò sempre di Tsepang e farò in modo che stia bene finché sarò in vita. Ma cosa ne sarà di Tsepang quando me ne sarò andato? Sono vecchio e arriverà il momento in cui lei resterà sola al mondo. E’ questo che mi preoccupa, mi chiedo sempre che cosa ne sarà di lei. È ancora giovanissima…”.

Curva su un pezzetto di carta colorata, matita in mano, Tsepang è persa nel suo mondo mentre disegna durante una riunione di sostegno ai bambini nella clinica di Mofoka. Riunioni come queste sono state determinanti per l’immagine che i bambini HIV-positivi hanno di se stessi. Qui Tsepang può disegnare, cantare, ballare e ridere insieme agli altri bambini HIV-positivi come lei.

L’infermiera di MSF, Patricia Nyoni, parla dei progressi dei progressi fatti dal gruppo di counselling per i piccoli pazienti creato da MSF: “Abbiamo avviato le riunioni di sostegno per i bambini nel 2008. È stato quando ci siamo accorti che il numero di bambini positivi al test dell’HIV e/o della TBC era in aumento”.

Qui Tsepang e i suoi amici cantano canzoncine infantili del posto e ridono, ballano e giocano sotto la supervisione di infermieri e operatori di counselling. Le riunioni di sostegno per i bambini sono anche un’occasione per genitori e tutori di imparare ad aiutare i loro figli.

A scuola Tsepang è una brillante e promettente allieva di quinta, con un talento per il disegno e l’inglese. “ La mia materia preferita è la matematica. Un giorno voglio diventare infermiera e perciò studierò sodo” dice Tsepang. “Voglio diventare come l’infermiera Makaloba Ntabelala della clinica di Mofoka perché aiuta un sacco di bambini”.
 

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