Medici Senza Frontiere: nelle mani dei rapitori un quarto operatore di MSF

Roma – Medici Senza Frontiere (MSF) oggi, venerdì 13 marzo, ha potuto parlare con i colleghi rapiti mercoledì a Serif Umra, in Nord Darfur (Sudan). MSF conferma che gli operatori umanitari si trovano in ottime condizioni di salute e non fa ulteriori commenti sulla vicenda.

Inoltre, oggi risulta che siano quattro e non tre i rapiti. La precedente informazione ricevuta da MSF che i due operatori sudanesi erano stati rilasciati era inesatta: solo un operatore nazionale era stato rilasciato.

I quattro operatori di MSF che restano nelle mani dei rapitori sono un medico italiano, un’infermiera canadese, un coordinatore francese e un guardiano sudanese. I quattro rapiti lavorano tutti per la sezione belga di MSF.

Il nostro pensiero va ai colleghi e alle famiglie di tutti e quattro i rapiti. MSF sta facendo il possibile per capire dove si trovano e per assicurare un rapido e sicuro ritorno a casa.

Tutte le sezioni di MSF, a causa del rapimento, stanno evacuando quasi tutto lo staff internazionale dai progetti in Darfur. Alcuni operatori sudanesi saranno spostati altrove. In alcune zone i progetti, per il momento, si limiteranno a fornire i servizi essenziali. Solo alcuni operatori strettamente necessari resteranno per seguire la vicenda dei colleghi rapiti.

L’evacuazione dello staff si traduce nella riduzione dei progetti medici di MSF in Darfur. A causa del rapimento e della scarsa sicurezza, non è ancora chiaro se MSF potrà continuare le proprie attività mediche.

MSF è profondamente preoccupata per la sorte degli operatori rapiti e per quella della popolazione civile ora priva di assistenza medica.

In questa delicata fase, MSF non esprime ulteriori commenti.

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