Medici Senza Frontiere si ritira dall Iraq.

Amman / Roma, 4 novembre 2004. Medici Senza Frontiere (MSF) chiude i suoi progetti in Iraq. L’organizzazione umanitaria internazionale ha compiuto questo passo a causa degli enormi rischi che il personale umanitario corre nel paese. Dati gli ingenti bisogni umanitari e medici della popolazione irachena, la decisione è stata raggiunta con grande rammarico e tristezza.

A causa della crescente violenza in tutto il paese, MSF ritiene irresponsabile esporre il proprio staff ai rischi che apparentemente sarebbero legati all’appartenenza ad un’organizzazione umanitaria internazionale.

"Per MSF è diventato ormai impossibile garantire un livello di sicurezza accettabile per i propri operatori, sia internazionali sia iracheni," dichiara Stefano Savi, Direttore generale della sezione italiana di Medici Senza Frontiere (MSF Italia). "Siamo addolorati di non poter più fornire quell’assistenza medica di cui ha bisogno il popolo iracheno."

MSF ha sempre aderito al suo principio d’indipendenza e non ha mai permesso a motivazioni politiche, militari o di altra natura d’interferire con l’obiettivo di assistere chi avesse bisogno urgente di assistenza medica. Oggi, in Iraq, le parti in conflitto hanno ripetutamente mostrato il loro disprezzo nei confronti dell’azione umanitaria indipendente.

MSF era presente in Iraq dal dicembre 2002. Durante i primi bombardamenti di Baghdad un team di operatori internazionali era rimasto in città per lavorare nell’ospedale di Al Kindi. Poco dopo, MSF aveva allestito tre cliniche nel quartiere sciita di Sadr City. Da gennaio 2004, nelle tre cliniche, MSF ha effettuato più di 100.000 visite mediche. Durante quest’ultimo anno, MSF ha svolto missioni di valutazione nelle città più colpite dagli scontri – Fallujah, Najaf e Kerbala – fornendo supporto medico alle strutture sanitarie presenti. A Sadr City, l’organizzazione aveva anche avviato un servizio di ambulanza. Recentemente, MSF aveva iniziato a prendersi cura degli sfollati in fuga da Fallujah.

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