Migrazione: misure proposte dimostrano totale indifferenza verso la sofferenza delle persone

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Il vertice tenutosi ieri a Parigi, conferma come gli Stati europei continuino a concentrarsi solamente su come fermare il flusso di migranti e richiedenti asilo bloccandoli in Libia anziché sulla ricerca di misure volte a salvare la vita di uomini, donne e bambini vulnerabili.

“Ancora una volta l’Europa dimostra il disinteresse verso la terribile situazione umanitaria in mare, che vede le ONG e la guardia costiera italiana in prima linea per salvare vite umane con scarso coinvolgimento da parte dell’Unione Europea. Le misure proposte sottovalutano inoltre la situazione in Libia, un paese nel caos, dove è completamente irrealistico immaginare soluzioni migliori nel breve termine”, dichiara Loris De Filippi, presidente di MSF Italia.

“L'enfasi dell'Unione europea sulla condotta delle ONG è inoltre completamente fuori luogo data l'attuale emergenza nel Mediterraneo” continua De Filippi. “Le organizzazioni umanitarie come MSF stanno colmando un vuoto lasciato dagli Stati europei, operando in un quadro stabilito dalle autorità italiane, e nel pieno rispetto delle leggi internazionali e marittime. Invece di un codice di condotta per le ONG, l'UE ei suoi Stati membri dovrebbero concordare un proprio codice di condotta, che garantisca il salvataggio in mare e l'assistenza a chi fugge dalla Libia, anziché confinare il problema dall’altra parte del mare”.

Mentre spetta agli Stati membri dell'UE determinare una politica di migrazione sostenibile, ribadiamo ancora una volta che un aumento dei canali legali e sicuri verso tutti i paesi europei è l'unico modo per porre fine al caos e alle morti in mare. Inoltre, un sistema proattivo e dedicato europeo di ricerca e soccorso è assolutamente essenziale per salvare la vita dei più vulnerabili in mare, senza lasciare tutto l’onere alle ONG e alle autorità italiane.

“Come organizzazione umanitaria operante nel Mediterraneo e in Italia, la nostra principale preoccupazione è salvare le persone in difficoltà in mare dopo che hanno lasciato la Libia, portandole nel porto sicuro più vicino dove le loro esigenze umanitarie e di protezione possano essere valutate e adeguatamente indirizzate. Data la situazione in Libia oggi, le persone continueranno a rischiare tutto per fuggire da lì, non importa cosa li aspetta dall'altra parte del mare”, conclude De Filippi. 

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