Moldavia MSF chiude il progetto in Transnistria

Roma – Dopo aver già trasferito nel dicembre 2008 una parte delle attività riguardanti il trattamento dei pazienti affetti da HIV/AIDS, MSF ha affidato il programma di trattamento dell’HIV/AIDS all’interno delle prigioni al Ministero della Salute e agli organi locali competenti. I progetti svolti da MSF si sono rivelati di successo grazie all’assistenza medica di qualità fornita ai malati di HIV/AIDS, dopo che, in seguito a forti pressioni, i fondi internazionali stanziati per la Moldavia sono arrivati anche in Transnistria.

MSF ha avviato questo programma nel 2007 per soddisfare le urgenti necessità della popolazione sieropositiva della Transnistria, quasi il 30 % dei malati in Moldavia ma solo 1/8 della popolazione totale. MSF ha inserito nel programma oltre 860 pazienti, più della metà di tutti gli abitanti sieropositivi della regione. Oltre 180 di questi pazienti stanno ora utilizzando trattamenti antiretrovirali, necessari per le loro condizioni di salute.

“MSF è stata la prima organizzazione umanitaria internazionale ad assistere le persone colpite da HIV/AIDS in questa regione politicamente isolata. Il nostro intervento ha dimostrato alle organizzazioni locali e internazionali che è possibile lavorare in Transnistria e fornire assistenza alle regione più vulnerabili”, ha spiegato Mark Walsh, Capomissione in Transnistria.

Terra prevalentemente di lingua russa, divisa dalla Moldavia dal fiume Niester e un tempo scenario di una violenta guerra separatista, la Transnistria rappresenta uno dei conflitti “freddi” post-Soviet irrisolti. Malgrado le ingenti necessità, sono pochi gli aiuti internazionali che questa regione non riconosciuta ha ricevuto, nonostante la vasta assistenza che la Moldavia riceve dalle istituzioni internazionali per affrontare l’epidemia di HIV/AIDS. MSF si è fortemente battuta perché la Transnistria ricevesse maggiore sostegno dalla Moldavia e finalmente nella primavera del 2008 il Fondo Globale per i trattamenti antiretrovirali, accessibili in Moldavia, è divenuto più accessibile anche in Transnistria. Nonostante questo rappresenti un importante passo avanti per i pazienti con HIV/AIDS della Transnistria, è necessario che molto di più sia fatto per curare e affrontare questa malattia.

“In Transnistria si sono certamente svolti dei progressi nel trattare l’HIV/AIDS. C’è ancora però molto da fare, così per la co-infezione HIV/TBC come per altri settori inerenti alla salute. Ora gli organi competenti devono garantire a questa popolazione vulnerabile l’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità”, sostiene Walsh.

Tra il 2007 e il 2009, MSF ha avviato una clinica per il trattamento dell’HIV a Tiraspol, ha eseguito corsi di formazione per i professionisti medici locali, ha fornito trattamenti anti-retrovirali e materiale per i laboratori nonché ha riavviato e attrezzato le strutture sanitarie locali. Le attività del progetto comprendevano anche assistenza medica nel reparto per i pazienti colpiti dalla co-infezione dell’ospedale Bender TB, per i malati ricoverati nel dipartimento in Slobozia, nel policlinico a Ribnitsa e per i malati di HIV/AIDS delle tre prigioni in Transnistria. MSF ha inoltre attrezzato un laboratorio che fornisce analisi biochimiche ed ematologiche oltre a testare la validità del sistema immunitario. Il progetto è stato concluso con dei corsi di formazione per il personale medico locale in modo tale da garantire la continuità del programma anche dopo la conclusione dell’intervento d’urgenza di MSF.
 

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