Mozambico: le nostre èquipe sono sul posto per rispondere all’emergenza

Mozambico: le nostre èquipe sono sul posto per rispondere all’emergenza

Le nostre équipe, sul posto per rispondere alla devastazione del ciclone Idai in Mozambico, confermano che la situazione è sempre più allarmante. Le piogge intense continuano e nelle prossime ore o giorni, le autorità locali potrebbero essere costrette ad aprire le dighe per evitare che cedano, cosa che comporterebbe ulteriori inondazioni.

È ormai evidente che si tratta di una situazione estremamente grave che richiederà una imponente risposta d’emergenza.

Il nostro team d’urgenza ha raggiunto Beira e si sta preparando ad affrontare i bisogni delle centinaia di migliaia di persone colpite. Le prime forniture di materiali medicali e logistici stanno con fatica arrivando nell’area, via aereo o via barca, e stiamo preparando un massiccio invio di forniture mediche d’urgenza da Dubai, dal Belgio e da altri dei nostri centri logistici.

Beira è una città di 500.000 persone, per l’80% andata distrutta.

In questo tipo di emergenze MSF cerca di intervenire nelle prime 12-24 ore, momento chiave per ridurre al massimo la mortalità. Ora ci aspettiamo un picco di malattie respiratorie per le persone più vulnerabili, bambini, anziani e donne incinte. Dovremo raggiungere le aree più remote, rimettere in piedi i centri di salute distrutti, e fare attenzione alle allerte di colera, perché tutto il sistema acquifero è stato danneggiato e quindi l’acqua non è pulita. Federica Nogarotto Direttore supporto alle operazioni di MSF

Le nostre priorità in questa fase

L’assistenza medica

La maggior parte delle strutture mediche di Beira sono danneggiate o distrutte e il Ministero della Salute sta faticando a rimettere in funzione il sistema sanitario. Stiamo ricostruendo il tetto di due ospedali nei quartieri più poveri perché possano riprendere a fornire assistenza.

Prima del ciclone gestivamo un progetto per l’HIV nella città. Ora stiamo riconvertendo il camion che usavamo come clinica, in un’unità mobile per portare cure mediche di base negli insediamenti informali dove si sono radunate le persone sfollate, in collaborazione con il Ministero della Salute locale.

Si stima che i bisogni saranno ancora più critici nelle aree rurali, difficili da raggiungere per le condizioni generali e la distruzione di strade e infrastrutture. Stiamo inviando sul posto altri team d’urgenza.

L’acqua potabile

Il governo è riuscito a portare un generatore che deve essere installato e dovrebbe garantire il funzionamento della centrale idrica della città. Ma le persone nei quartieri più poveri non avranno facile accesso a questa fornitura pubblica e potrebbero restare senza acqua pulita ancora a lungo.

Malawi e Zimbabwe

Abbiamo anche avviato, da due settimane, una risposta d’emergenza in Malawi, dove sono iniziate le alluvioni prima che le tempeste si trasformassero nel ciclone Idai. Mentre, in Zimbabwe, abbiamo inviato un’équipe d’emergenza nell’area montuosa della provincia di Manicaland, al confine col Mozambico.

 

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