MSF chiede che i 36 sudanesi e il cittadino della Sierra Leone bloccati da giorni su un imbarcazione al largo di Porto Empedocle siano accolti in Italia

Medici Senza Frontiere ha inviato una équipe sulla nave tedesca Cap Anamur, bloccata da giorni al largo di Porto Empedocle (Agrigento). La nave appartiene all’omonima ONG tedesca che, lo scorso 20 giugno, ha accolto a bordo 36 sudanesi e 1 cittadino della Sierra Leone intercettati – a detta del capitano dell’imbarcazione – su un gommone in avaria. La nave ha chiesto il 25 giugno il permesso di attraccare a Porto Empedocle, ma finora le è stato negato.

L’équipe di MSF – composta da un medico, un mediatore culturale e dal coordinatore dei progetti di MSF nel Mezzogiorno – ha raggiunto la nave ieri sera e vi si è trattenuta alcune ore per effettuare visite mediche e fornire orientamento legale. MSF è finora l’unica organizzazione umanitaria italiana a essere salita a bordo dell’imbarcazione

"Gli stranieri presentano tutti forme di disagio psichico dovuti alle violenze da cui sono fuggiti e all’incertezza sul loro futuro. Non riescono a comprendere perché le autorità italiane neghino loro il permesso di sbarcare e di presentare richiesta d’asilo. Sono molto intimoriti dai motoscafi e dall’elicottero della Guardia di Finanza che circondano la nave che li ha soccorsi – spiega Giuseppe De Mola, coordinatore dei progetti di MSF nel Sud dell’Italia -. Dal punto di vista fisico MSF non ha riscontrato problemi importanti ma ha somministrato alcuni farmaci per mialgie, dolori muscolari, epigastralgia, lieve disidratazione, infiammazioni, astenia, dolori addominali".

Medici Senza Frontiere chiede alle autorità italiane di concedere alla Cap Anamur il permesso di attraccare a Porto Empedocle per consentire agli stranieri di ricevere adeguata accoglienza e di accedere alla procedura per ottenere l’asilo in Italia.

"Auspichiamo che il ministero dell’Interno trovi rapidamente una soluzione e assuma un atteggiamento pragmatico – afferma Loris De Filippi, responsabile dei progetti immigrazione di MSF in Italia – . Quasi tutti gli stranieri hanno dichiarato di provenire dal Darfur: una regione del Sudan dove è in corso quella che l’ONU ha definito la più grave emergenza umanitaria del momento. L’Italia non può tirarsi indietro davanti al dovere di accoglienza. Rispedire l’imbarcazione a Malta, o peggio ancora in Libia, sarebbe semplicemente assurdo. Ci sono solo 17 miglia che dividono il destino di questi disperati in fuga, da un Paese che li possa accogliere ed ospitare. Lasciamo da parte cavilli legali e privilegiamo la logica dell’attenzione e dell’accoglienza".

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