MSF rilancia l’allarme per la crisi nutrizionale in Angola

Luanda, 7 maggio 2002 – L’organizzazione internazionale di soccorso medico Medici Senza Frontiere (MSF) è sempre più allarmata per la grave crisi nutrizionale in Angola. Dall’nizio del processo di pace, zone finora inaccessibili si stanno lentamente riaprendo. Migliaia di persone, vissute in completo isolamento per anni – senza cibo e riparo – riescono oggi a raggiungere aree dove ricevono soccorso dalle organizzazioni umanitarie. La maggior parte di loro sono gravemente malnutrite. Molte muoiono lungo il cammino e molte di più moriranno se non si interviene immediatamente.

Tre giorni fa, un’equipe di MSF ha effettuato una rapida valutazione in due aree recentemente aperte nella provincia di Malange nel centro/nord dell’Angola. Soldati dell’Unita e le loro famiglie, forzatamente reclutati durante la guerra civile, sono stati raggruppati in queste aree per essere smobilitati. L’equipe di MSF ha stimato un tasso di mortalità di 7 persone al giorno su 10.000, un dato che supera di 7 volte la soglia di emergenza.

La gravità della situazione e la mancanza di cibo sono tali che le nostre equipe hanno addirittura visto degli handicappati – con protesi e stampelle – partire a piedi per fare i 50 km che li separano da Mavinga. In realtà questo afflusso, che raddoppia il numero di presenze nella città, ci fa temere il peggio per quanto riguarda le epidemie, vista la mancanza di acqua potabile e l’arrivo precoce delle piogge. Fred Meylan Capo missione di MSF in Angola.

 

Le previsioni sono spaventose. Solo un terzo della popolazione è riemersa dalla boscaglia. Secondo loro, vi sono molte persone malate e malnutrite tra le circa 7000 ancora sui sentieri. Purtroppo, i più bisognosi sono troppo deboli per affrontare il cammino. Hanno sopportato sofferenze estreme e non hanno avuto accesso alle cure dalla ripresa della guerra nel 1998.

Nelle ultime due settimane MSF ha aperto tre nuovi centri di nutrizione terapeutica a Malange per un totale di 5 centri che ospitano fino a 360 persone tra bambini e adulti. Le equipe MSF stanno rilevando dati simili sulla malnutrizione anche in altre zone in Angola come Chipindo, Bunjei, Chilembo e Chitembo, dove MSF sta moltiplicando i propri sforzi.

MSF chiede al governo angolano di indirizzare i soccorsi sanitari alle famiglie dei membri dell’Unita, soccorsi che includono la distribuzione di cibo, vaccinazione di bambini e il trasporto delle persone ancora nella boscaglia. MSF ha chiesto alle Nazioni Unite di rispondere immediatamente alla crisi: fino ad oggi si sono rifiutate di entrare nelle zone di smobilitazione. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) dovrebbe organizzare immediatamente una distribuzione generale di cibo per i civili nelle aree di smobilitazione per non peggiorare lo stato nutrizionale della popolazione. MSF dichiara che la comunità internazionale dovrebbe agire urgentemente e permettere ad altre agenzie umanitarie di intervenire.

Approfondimenti:

Condividi con un amico