MSF sospende le operazioni in Cecenia Daghestan e Inguscezia

Roma, 14 agosto 2002 – Medici Senza Frontiere (MSF) condanna fermamente il rapimento di Arjan Erkel (foto a sinistra), capo-missione di MSF in Daghestan, avvenuto la sera del 12 agosto a Makhachkala, capitale del Daghestan. MSF esprime le proprie preoccupazioni sulla sorte di Arjan e rivolge un appello ai rapitori affinché venga rilasciato immediatamente e ne sia garantita l'incolumità fisica e psicologica.

In seguito a questo drammatico episodio, MSF ha deciso di sospendere temporaneamente le proprie attività anche in Daghestan e Ingushetia. MSF aveva già interrotto le operazioni in Cecenia lo scorso 29 luglio in risposta al rapimento di Nina Davidovich, responsabile dell'organizzazione non governativa russa Druzhba.

Quest'ennesimo rapimento dimostra i rischi che incombono sui civili e gli operatori delle organizzazioni umanitarie che vivono in questa regione stremata dalla guerra. Data l'estrema precarietà in cui sono costretti a vivere gli abitanti di queste zone, in particolare i profughi ceceni, e l'entità dei bisogni medici, MSF continuerà a monitorare la situazione per decidere se continuare a sospendere le proprie attività.

In questa regione, MSF gestisce delle cliniche mobili e supporta ospedali e ambulatori, garantendo loro la fornitura di medicine e ripristinando le apparecchiature chirurgiche e i reparti di maternità.

Approfondimenti:
– Le attività di MSF in Daghestan, Cecenia e Inguscezia

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