Ocean Viking: le persone soccorse sbarcheranno a Lampedusa dopo sei giorni

Ocean Viking: le persone soccorse sbarcheranno a Lampedusa dopo sei giorni

Siamo sollevati che alle 82 persone soccorse dalla Ocean Viking, nave di ricerca e soccorso gestita in collaborazione con SOS MEDITERRANEE, sia stato assegnato un porto sicuro di sbarco a Lampedusa.

Questo è stato possibile dopo che una coalizione di paesi europei si è fatta avanti per fornire una soluzione mirata per lo sbarco e la ridistribuzione dei naufraghi.

L’assegnazione di un luogo sicuro da parte del governo italiano entro sei giorni dal primo soccorso in mare è una chiara affermazione dei valori umanitari e rappresenta un passo positivo verso una risposta più umana al dramma che continua a consumarsi nel Mediterraneo centrale.

Siamo sollevati perché grazie alla solidarietà dimostrata dagli stati europei, queste persone non devono più attendere a lungo nel limbo in mezzo al mare. Tuttavia c’è urgente bisogno di un meccanismo di sbarco predeterminato  e sostenibile per le persone soccorse nel Mediterraneo centrale.” Gabriele Eminente Direttore generale MSF Italia

Mentre la Ocean Viking era in attesa di ricevere un porto sicuro di sbarco, all’inizio di questa settimana una donna in stato avanzato di gravidanza è stata evacuata in elicottero, insieme a suo marito, quando le sue condizioni mediche sono peggiorate. Le persone salvate non devono essere costrette a sopportare lunghe attese mentre i governi europei recitano un’inutile pantomima politica a ogni salvataggio.

Per persone che sono fuggite da situazioni disperate nei loro paesi d’origine e hanno subito orribili abusi in Libia, la sicurezza non arriva mai troppo presto. Perfino dei bambini ci hanno raccontato di aver subito ustioni con la plastica fusa sulla loro pelle, di essere stati picchiati con bastoni e morsi da cani. Storie terribili di violenze sessuali ai danni di uomini, donne e bambini, o di sfruttamento e detenzione arbitraria hanno lasciato molti di loro con profonde ferite psicologiche.” Luca Pigozzi Medico MSF

Le nostre richieste agli stati europei

  • Istituire un meccanismo di sbarco sostenibile e predeterminato che salvaguardi la salute e garantisca i diritti dei naufraghi.
  • Porre fine al supporto politico e materiale offerto al sistema dei ritorni forzati in Libia, dove i rifugiati e migranti finiscono nelle disumane condizioni della detenzione arbitraria. Le persone che fuggono dalla Libia semplicemente non possono esserci riportate.
  • Rispondere all’urgente bisogno di una capacità di ricerca e soccorso europea proattiva e adeguata. Finora nel 2019, si stima che una persona su venti in fuga dalla Libia sia morta durante la traversata.

Note

La Ocean Viking ha soccorso un totale di 84 persone in due diversi salvataggi.

L’8 settembre, meno di 9 ore dopo essere entrata nella zona di ricerca e soccorso ci competenza libica, l’Ocean Viking ha effettuato il primo soccorso.

Il secondo soccorso è stato un trasferimento fatto il 9 settembre, in condizioni di rapido peggioramento delle condizioni meteo, dopo che la situazione per le persone soccorse dalla Josefa, una barca a vela di 14 metri, erano diventate un’emergenza.

Nonostante diversi tentativi di contattare il Centro di coordinamento dei soccorsi libico prima e dopo ognuno dei soccorsi, non abbiamo ricevuto istruzioni fino al 10 settembre, quando ci è stato proposto di sbarcare i sopravvissuti a Zawiyah, in Libia, in violazione del diritto internazionale. La Ocean Viking ha richiesto invano un’alternativa.

L’11 settembre la Ocean Viking si è spostata verso nord per l’evacuazione medica a Malta di una donna incinta di nove mesi e di suo marito.

Dopo lo sbarco sono rimaste a bordo 82 persone: 75 uomini – di cui 20 sono minori non accompagnati (con meno di 18 anni senza genitori o altre persone al seguito), 6 donne di cui una incinta e un bambino di appena un anno.

Dopo rinnovate richieste di un porto sicuro ai centri di coordinamento dei soccorsi maltese e italiano, sabato 14 settembre, la Ocean Vicking è stata informata via email dal Centro di Coordinamento della Guardia Costiera di Roma che era stato assegnata Lampedusa come porto sicuro di sbarco.

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