Ordigni inesplosi: eredità della guerra e pericoli in Sud Sudan

Oggi la popolazione in tutto il paese deve fronteggiare ancora le conseguenze del conflitto. Anni dopo la fine dei combattimenti, la guerra riemerge con frequenza sotto la forma di vecchi ordigni: munizioni, bombe, mine, granate, missili che sono stati lanciati, ma non sono esplosi e sono ancora dispersi nel territorio. Spesso si trovano nascosti sotto terra, mettendo in grave pericolo la popolazione, specialmente i bambini.

Ogni anno, durante la stagione delle piogge, l’acqua piovana fa riemergere in superficie gli ordigni nascosti sotto terra. Accade in molte aree del Sud Sudan in cui opera Medici Senza Frontiere.

“Nessuno sa dove questi ordigni possano apparire – racconta Dave Croft, coordinatore di progetto nell’ospedale di MSF nella città di Nasir, nello Stato dell’Upper Nile – e ci aspettiamo di vederne di più nella stagione delle piogge. Ieri ho visto una cartuccia di un fucile riemergere in superficie, era lì in terra a disposizione di tutti. A Nasir c’è bisogno al più presto di una campagna di sensibilizzazione, rivolta specialmente ai bambini”.

Un esempio dei gravi pericoli che la gente corre è di pochi giorni fa, quando un ordigno ha ferito un bambino di 7 anni a Nasir. Mentre tornava da scuola il bambino ha visto un oggetto di metallo luccicante spuntare dal terreno e ha cercato di raccoglierlo. L’oggetto è esploso ferendolo gravemente. Immediatamente è stato trasportato all’ospedale di MSF, dove un’equipe fornisce assistenza chirurgica, assistenza sanitaria di base e ricovera i pazienti.

“Quando i familiari del bambino hanno sentito l’esplosione – spiega José Sánchez Girón, chirurgo di MSF – sono corsi sul posto e lo hanno portato al nostro ospedale che fortunatamente si trova vicino. Le mani del bambino erano completamente distrutte e ho dovuto amputarle. Era ferito anche sul viso, al collo, all’addome e a una gamba. L’esplosione gli ha fatto perdere la vista”.

Il medico di MSF ha operato il bambino e sebbene sia in buone condizioni, è difficile immaginare che cosa lo aspetti.

“Ha perso entrambe le mani – aggiunge José Sánchez Girón – e ora è cieco. I suoi genitori sono contenti che sia sopravvissuto, ma allo stesso tempo sono preoccupati per il suo futuro. E’ un ragazzo forte, ma che futuro avrà in un paese in cui già è molto difficile sopravvivere in circostanze normali. Ieri ha potuto parlare e alla fine ci ha raccontato quello che si ricorda di quel giorno”.

Come organizzazione medica, MSF garantisce assistenza sanitaria alle vittime, ma c’è bisogno di aiuto per bonificare il territorio da questi ordigni inesplosi. È inoltre necessaria più formazione per sensibilizzare la gente sul reale pericolo che corre. MSF chiede di intensificare il supporto per gli sminamenti e per la sensibilizzazione dei bambini.

MSF dal 1978 lavora in Sudan per fornire assistenza medica d’emergenza. Oltre alle frequenti ondate di violenza e di attacchi, i problemi più diffusi sono la malnutrizione, la mortalità materna (una delle più alte del mondo), la tubercolosi, il Kala azar e infine anche le epidemie di meningite, morbillo colera e malaria.
 

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