Repubblica Democratica del Congo: le elezioni non hanno portato la pace.

 

 

Attualmente al potere si trovano funzionari democraticamente eletti e vaste aree del paese godono di una relativa tranquillità. Tuttavia, nella parte orientale del paese, ci sono ancora sacche di violenza che continuano a colpire la popolazione. Nel North Kivu, vi sono stati numerosi scontri tra gruppi armati, le Forces Démocratiques de Liberation du Rwanda (FDLR) contro le truppe fedeli a Laurent Nkunda che ormai sono confluite nell’esercito nazionale e questi scontri hanno provocato lo sfollamento di migliaia di civili. La popolazione si è trovata al centro di una situazione assurda, vivendo tutti i giorni sulla propria pelle minacce, saccheggi, percosse, uccisioni e stupri sia da parte di soldati che di truppe organizzate di entrambe le fazioni. Di conseguenza, gli abitanti di numerosi villaggi dei territori di Masisi e Rutshuru si sono rifugiati in squallidi campi sfollati. “Diverse volte sono venuti nel nostro villaggio uomini armati che hanno saccheggiato tutte le nostre risorse, quindi non abbiamo avuto altra scelta che andarcene” ha raccontato un anziano sfollato. “Se non hai niente da dargli, ai loro occhi la tua vita non vale niente e allora ti ammazzano”. Molti sfollati hanno raccontato a MSF i lunghi mesi di sofferenza e di angoscia, delle notti trascorse nascosti nel “bush”, non appena avevano sentore di un attacco imminente al loro villaggio. Hanno continuato a fare questa vita fino a che la pressione è diventata intollerabile e allora hanno preso la decisione di lasciare il loro villaggio e la loro terra.

Nel territorio di Masisi, MSF fornisce assistenza medica alle vittime del conflitto. I civili sfollati hanno creato due campi nei dintorni dei villaggi di Mweso e Kashuga, nei quali attualmente oltre 7.000 persone vivono sotto ripari di fortuna, inadatti a proteggerle dalla pioggia e dal freddo,frequenti in questa regione. Nonostante l’assistenza fornita da altre organizzazioni, restano ancora scoperti bisogni primari quali cibo, acqua potabile, fognature e igiene non sono stati del tutto coperti. “La distribuzione alimentare tardava ad arrivare e allora tanta gente si è trovata a dover fare la scelta impossibile di vendere la copertura in plastica che serve a proteggerla dalla pioggia per comprarsi del cibo” ha raccontato un infermiere di MSF che lavora nei campi sfollati. A causa del clima di continua instabilità, gli abitanti non hanno più accesso alla loro terra e quindi ai loro mezzi di sussistenza. Alcuni si sono trovati dei lavori mal pagati nel villaggio ma la maggior parte dipende dagli aiuti umanitari. Gli sfollati possono sentirsi più sicuri all’interno dei campi tuttavia non sono al sicuro da soldati e poliziotti che saccheggiano i loro pochi averi. Durante una distribuzione, i volontari di MSF hanno visto i soldati appropriarsi del cibo destinato agli sfollati.
Le famiglie sfollate, oltre a lottare quotidianamente per la sopravvivenza, devono anche sopportare i ricordi atroci delle violenze subite. Uomini e donne hanno assistito al pestaggio e all’uccisione di parenti e vicini di casa. Solo negli ultimi mesi, nella regione sono state violentate decine di donne. I loro racconti si assomigliano tutti. “Stavo andando nei campi quando degli uomini armati e in uniforme mi hanno presa e costretta a seguirli nel bush. Dopo avermi picchiata e minacciata di morte, a turno hanno abusato di me. Ora ho paura degli uomini armati” ha raccontato una ragazza di 20 anni, sopravvissuta allo stupro, madre di due figli. MSF cura queste donne con terapie per prevenire le malattie a trasmissione sessuale e fornisce anche “counselling” psicologico. Ma il trauma psicologico e l’emarginazione sociale continueranno ancora per molto tempo.

Per gli abitanti del Congo orientale la stabilità è ancora di là da venire. Infatti, malgrado le elezioni di sette mesi fa, la vita di questa gente continua a essere contrassegnata da una serie di minacce, violenze, privazioni e sofferenze. In quest’area della Repubblica Democratica del Congo, le sofferenze di migliaia di civili continuano a causa delle parti in guerra.

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