Repubblica Democratica del Congo nuovi casi di Ebola nel Kasai occidentale: MSF segue giornalmente 200 persone

Kinshasa/Roma – In questo momento ci sono tre pazienti con sospetto di Ebola in un centro di isolamento costruito da Medici Senza Frontiere (MSF) nel villaggio di Kampangu, al centro della regione del Kasai occidentale. I primi due pazienti sono due ‘persone di contatto’, ovvero due persone che sono entrate in contatto con uno dei pazienti con Ebola sospetta o confermata. In questo caso, i primi due nuovi pazienti sono entrati in contatto con una donna che era morta da poco e per cui era stata confermata l’infezione da Ebola. Un paziente è il suo bambino di 3 anni, l’altro è sua sorella che si era presa cura del bambino dopo la sua morte.

È necessario monitorare le ‘persone di contatto’ per interrompere la propagazione del contagio da Ebola. L’equipe di MSF sul terreno segue giornalmente circa 200 persone.

Il terzo paziente nel centro di isolamento viene da un villaggio a 20 km da Kampungu e non è stato in contatto con nessun precedente paziente.

“Temevamo che il virus potesse essere giunto anche fuori Kampungu e Kaluamba”, afferma il dottor Michel Van Herp, epidemiologo di MSF. “Tuttavia, fino alla notte scorsa, i sintomi del paziente erano più simili a quelli di una febbre tifoide. Ciò nonostante, finché non avremo la conferma che sia negativo al virus Ebola o non presenterà più nessun sintomo, rimarrà nel centro di isolamento. La nostra equipe ha fatto esami a tutti e tre i pazienti per confermare la presenza o l’assenza del virus. Per il momento, tutti e tre i pazienti stanno abbastanza bene. Mangiano, camminano da soli e non necessitano di reidratazione”, aggiunge Van Herp.

Le equipe di MSF seguono uno stretto protocollo per evitare il contagio nel centro di isolamento, proteggendo le equipe mediche, i pazienti e i loro familiari.

I pazienti restano in isolamento fino alla scomparsa dei sintomi, il che significa che saranno sopravvissuti a una sospetta infezione da Ebola o che non erano stati infetti dal virus. Infatti una contaminazione da Ebola può essere confermata solo dall’analisi di campioni effettuata in un laboratorio specializzato. Un paziente è un caso ‘sospetto’ finché i campioni inviati al laboratorio confermano l’infezione da Ebola o la sua assenza. I sintomi dell’Ebola possono assomigliare a quelli della malaria o altre malattie come la febbre tifoide o la scighellosi all’inizio. Questa è anche la ragione per cui diamo medicine contro la malaria e antibiotici quando sospettiamo un contagio. MSF fornisce anche supporto psicologico.

Fino ad ora, dei 7 pazienti con Ebola confermata, uno è deceduto. Questo potrebbe sembrare un tasso di mortalità abbastanza basso per un’epidemia di Ebola.

“È vero che non stiamo parlando dell’abituale tasso di mortalità che si verifica quando abbiamo un’epidemia di Ebola, – spiega Van Herp – la ragione è che sebbene sia stato confermato che siamo in presenza di un’epidemia di Ebola, non si hanno ancora conferme sul tipo di Ebola in corso. L’Ebola del tipo Zaire uccide fra il 70 e il 90% dei contagiati, ma potremmo essere in presenza di una forma di Ebola meno letale. Inoltre non possiamo dimenticare che sono deceduti anche 13 pazienti sospetti, portando il bilancio a 14”.

L’anno scorso un’epidemia di Ebola scoppiata nella stessa area ha ucciso 186 persone, ma altre malattie sono state causa di morte.

Un’equipe di MSF con 18 persone lavora attualmente nel Kasai occidentale. L’equipe è composta da medici e infermieri, un epidemiologo, uno psicologo, tecnici specializzati in potabilizzazione dell’acqua, promotori sanitari e logisti.

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