Si estende l’epidemia di colera in Angola: appello di MSF al governo affinché intensifichi le risposte alla crisi.

Luanda, Roma – 10 Aprile 2006 Nella bidonville di Boa Vista, a Luanda, MSF ha aperto un centro per il trattamento del colera, altri due centri sono stati aperti nelle aree di Cazenga e Kilamba Kaxi. Da quando l’epidemia è stata dichiarata, il 13 Febbraio scorso, sono state trattate in queste due strutture oltre 2500 persone. “Tutti i nostri centri stanno lavorando al massimo delle loro capacità” afferma Richard Veerman, capo missione per MSF in Angola.

MSF si prepara ora ad aprire un ulteriore centro nella bidonville di Smabizanfa in grado di offrire altri 200 posti letto.

Nelle ultime 48 ore sono arrivati quasi 500 pazienti nei centri MSF. “Ieri a Boa Vista, tutti i 180 posti letto erano occupati. Questa mattina siamo riusciti ad aggiungerne altri 20” continua Veerman. “Nonostante questo anche ora siamo costretti a chiedere ai nostri pazienti di dividere i loro letti con altri malati”.

Da quando il colera ha iniziato a diffondersi nelle aree fuori Luanda contenere l’epidemia è diventato ancora più difficile. Nella provincia di Curanza Norte, sono stati riportati circa 500 casi con 49 morti; nella provincia di Benguela 676 casi e 63 morti, nella provincia di Bengo 790 casi e 33 morti. Dall’inizio dell’epidemia, i dati ufficiali affermano che oltre 4500 persone sono state contagiate e 205 hanno perso la vita.

Per fermare il diffondersi dell’epidemia e trattare i pazienti devono essere messe a disposizione velocemente maggiori risorse. Al momento mancano operatori sanitari angolani, ambulanze per il trasporto dei contagiati nei centri di cura ed un sistema di autotrasporto adeguato per portare acqua potabile alla popolazione. Il team di MSF sta inoltre fronteggiando i ritardi doganali che rallentano la consegna di materiale medico e logistico cruciale.

“In cima a tutte queste difficoltà c’è il fatto che molte persone non arrivano ai nostri centri in tempo perché non trovano mezzi di trasporto o perché hanno semplicemente paura a muoversi in città quando è buio e le strade diventano insicure” conclude Veerman.

Nei centri colera di MSF lavorano oggi 17 volontari internazionali (tra cui 3 medici, 5 infermieri, 7 logisti, uno specialista di educazione e un amministratore) e oltre 80 angolani (tra cui 28 medici e 16 infermieri). I volontari si prendono cura dei pazienti e lavorano per contenere un’ulteriore diffusione della malattia. MSF ha inoltre avviato attività di educazione e informazione nelle aree colpite della capitale per sensibilizzare gli abitanti locali sulla malattia e la sua prevenzione.

Note:
Colera in Angola

Dal 1987 al 1995 l’Angola, in particolare Luanda e le aree costiere, è stata colpita da ricorrenti epidemie stagionali di colera con circa 90mila casi e oltre 4500 morti. Dl 1995 non sono state più registrate epidemie importanti ma solo alcuni casi non confermati a Luanda. Nel 1999, MSF ha collaborato alla creazione di una piano emergenza in caso di epidemia di colera per la città di Luanda.

 

Che cos’è il colera?
Il colera è causato da un batterio e si trasmette attraverso acqua e cibo contaminati. Se non trattato può portare ad una mortalità compresa tra il 25% e il 50% dei casi. Le persone contagiate di solito muoiono a causa della disidratazione. Le persone infette (sia in maniera sintomatica che non) possono portare e trasmettere il vibrio colerae, il batterio che causa il colera negli umani, fino a quattro settimane dopo averlo contratto. Un piccolo numero di individui può rimanere portatore sano per diversi mesi. Esistono svariati fattori che concorrono a causare l’epidemia di colera tra cui scarse condizioni igieniche, sovraffollamento e mancanza di acqua potabile.

 

 

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