In Somalia MSF adatta il suo approccio al morbillo

Mentre si inaspriscono gli scontri a Mogadiscio, Medici Senza Frontiere (MSF) è impegnata anche a fronteggiare le gravi conseguenze dell’aumento dei casi di morbillo nelle regioni circostanti.

Gli abitanti di Guri El sanno che non appena un bambino ha la febbre alta, gli occhi rossi e dei piccoli puntini sulla lingua, deve essere isolato dagli altri bambini.

In un paese in cui un conflitto che perdura da anni ha quasi distrutto il sistema sanitario, MSF ha insegnato a queste persone a prendersi cura da soli della propria salute, soprattutto se si tratta di una malattia come il morbillo, una delle principali cause di morte tra i bambini.

Dall’11 aprile, un’epidemia di morbillo si è estesa all’intera città di Guri El e le zone circostanti nella regione di Galgaduud, nella Somalia centro-meridionale.

Finora MSF ha curato 403 pazienti con complicazioni dovute al morbillo in quest’area.

Generalmente il morbillo colpisce, in forma più grave, i bambini molto piccoli, ma in questo caso il 60% dei pazienti aveva un’età superiore ai 5 anni – alcuni erano anche adulti.

“I bambini sotto i 5 anni hanno beneficiato delle sistematiche campagne di vaccinazione che MSF ha svolto negli ultimi tre anni all’interno dell’ospedale – ma le vaccinazioni irregolari eseguite precedentemente potrebbero spiegare l’elevata percentuale di bambini più grandi e adulti colpiti dalla malattia”, spiega Said Ibrahim Hassan, coordinatore del progetto di MSF nella regione di Galgaduud.

Trattare le complicazioni
Non esiste una cura per il morbillo, ma è possibile trattare o prevenire le relative complicazioni potenzialmente fatali o debilitanti. Ciò è particolarmente importante nelle zone con un limitato accesso alla salute e una malnutrizione diffusa, come la Somalia.

L’ospedale di Istarlin, gestito da MSF, ha aggiunto dieci posti letto in un edificio separato e ha assegnato del personale esclusivamente all’assistenza dei pazienti con gravi complicazioni dovute al morbillo. I pazienti in condizioni meno critiche sono assistiti in una zona isolata dell’ambulatorio.

Un approccio alternativo
Molte delle persone che vivono nella regione di Galgaduud sono nomadi che vivono sparsi all’interno di un’area molto vasta e che sono di frequente in movimento per trovare acqua e foraggio per le proprie capre e i propri cammelli. Ciò, unitamente al conflitto continuo, rende irrealistico pensare di lanciare una campagna di vaccinazione di massa in questa zona.

MSF ha invece trovato un’alternativa: oltre a trattare i pazienti con morbillo che vengono portati in ospedale, una clinica mobile ogni giorno si muove tra i villaggi e gli insediamenti, fino a 50 km da Guri El, per cercare e trattare le persone malate e insegnare agli anziani dei villaggi, ai leader religiosi, agli insegnanti e alle autorità di portare i bambini malati in ospedale perché vengano curati.

La clinica mobile adatta il proprio itinerario in base agli spostamenti dei nomadi e al grado di sicurezza di ogni zona. Finora i risultati raggiunti sono buoni: oltre il 40% dei pazienti colpiti dal morbillo è stato trattato all’interno della propria zona abitativa. Nell’area è stata registrato il decesso di un solo bambino per morbillo.

“Le informazioni che abbiamo indicano un tasso di mortalità inferiore rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare. Crediamo che cercare le persone infette, visitare i villaggi per trattare i pazienti e coinvolgere le comunità sia stato di grande importanza,” ha aggiunto Said Ibrahim Hassan.

Altri casi di morbillo
Anche le regioni circostanti sono toccate dagli effetti dell’epidemia.

Nelle ultime due settimane di aprile le equipe di MSF hanno vaccinato più di 16mila bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 15 anni a Belet Weyne, nella regione di Hiraan a sud di Galgaduud; a Galkayo, nella regione di Mudug, MSF ha trattato oltre 230 pazienti dalla metà di aprile alla metà di giugno.

Le condizioni di sicurezza influenzano come e dove MSF può lavorare e ciò spiega il tipo di approccio utilizzato per gestire l’epidemia di morbillo.

Attualmente MSF sta valutando la possibilità di lanciare una campagna di vaccinazione di massa nei campi lungo la strada tra Afgooye e Mogadiscio, dove, in seguito alle recenti ondate di violenza a Mogadiscio, centinaia di migliaia di civili hanno cercato rifugio.

MSF in Somalia
In Somalia MSF offre assistenza sanitaria in otto regioni sulla base dei bisogni medici e indipendentemente dal credo politico o dall’appartenenza a clan.

Nel 2008 MSF ha realizzato 727.428 consultazioni mediche, comprese 267.168 visite a bambini sotto i cinque anni. Oltre 24mila sono stati i pazienti ricoverati negli ospedali e nei centri di salute supportati da MSF; 3.878 gli interventi chirurgici realizzati, 1.249 dei quali su pazienti con ferite causate dalla violenza. A circa 35mila persone malnutrite sono stati forniti cibo e cure mediche.

In Somalia MSF non accetta donazioni da nessun governo o istituzione intergovernativa e confida solo su donazioni private da persone comuni per continuare a svolgere il proprio lavoro.

  

Il morbillo

– Il morbillo è una delle principali cause di mortalità infantile
– Nel 2007, ci sono stati circa 197mila decessi dovuti al morbillo a livello globale, circa 540 morti ogni giorno o 22 ogni ora.
– Il morbillo può portare gravi complicazioni, inclusa cecità, encefalite, gravi forme di diarrea, infezioni alle orecchie e polmonite.
– Più del 95% dei decessi dovuti al morbillo avviene in paesi poveri con deboli strutture sanitarie.
– Vaccinare un bambino contro il morbillo, prima del compimento del primo anno di età può proteggerlo da questa malattia.
 

Fonte: OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)

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