Somalia tornano gli operatori internazionali di MSF.

 

 

“Non è stato facile lasciare i nostri pazienti e i nostri colleghi somali. Sono felice di essere tornato”, afferma il capo missione di MSF David Michalski. Insieme a un infermiere, un logista e un coordinatore di progetto, Michalski ha fatto ritorno al progetto di MSF nella regione somala di Bakool il 3 gennaio.

 

Nel corso dei prossimi giorni e delle prossime settimane, gli operatori internazionali faranno ritorno in molti degli 8 progetti di MSF in Somalia, anche se è ancora troppo presto per sapere se tutti quelli che erano precedentemente presenti potranno rientrare.

 

“Abbiamo bisogno che le autorità locali e i leader di comunità siano chiaramente definiti in modo da poterci relazionare con loro nelle zone dove operiamo”, spiega Michalski. “In alcune località le autorità stanno cambiando. Tali cambiamenti devono essere chiari prima che sia possibile inviare nuovamente personale internazionale in queste specifiche aree”.

La regione di Bakool è stata risparmiata dai recenti scontri. Le autorità locali non sono dunque cambiate, il che ha permesso al personale internazionale di MSF di tornare rapidamente nella regione. Il progetto di Bakool consiste in un centro sanitario nella capitale regionale Huddur e in quattro centri sanitari periferici. Il progetto offre cure contro il kala azar e contro la tubercolosi, assistenza nutrizionale terapeutica, assistenza materno-infantile e cure mediche di base.

 

“La comunità ha continuato a usufruire dei nostri servizi sanitari. Grazie al nostro personale somalo, il progetto ha sempre funzionato anche mentre il personale internazionale era evacuato”, afferma Michalski. “Nel lungo periodo, tuttavia, la tenuta dei nostri progetti rischierebbe di essere compromessa in assenza di personale internazionale”.

Il personale locale ha continuato a gestire i progetti da quando sono scoppiati i combattimenti su larga scala tra l'Unione delle Corti Islamiche e il Governo Federale di Transizione sostenuto dalle forze etiopi. Inoltre, circa 350 feriti di guerra sono stati curati da MSF in questo periodo.

 

Michalski sottolinea come l'evacuazione del personale internazionale di MSF sia stata una misura precauzionale, non una risposta a minacce specifiche nelle zone dove l'organizzazione lavora: “La situazione stava cambiando rapidamente. Quando i bombardamenti aerei hanno iniziato a colpire gli aeroporti, abbiamo ritenuto necessario evacuare il personale internazionale rimasto, che altrimenti avrebbe rischiato di rimanere bloccato”.

 

MSF fornisce assistenza medica in Somalia centrale e meridionale dal 1986.

 

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