Striscia di Gaza

Gaza-Roma – Tre operatori internazionali di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno potuto raggiungere i team locali all’interno della Striscia di Gaza. Una volta entrati, mercoledì, hanno constatato la tensione e le enormi difficoltà per operare a Gaza a causa delle continue incursioni aeree e dei bombardamenti che rendono molto complicato qualsiasi movimento sia per i pazienti che per medici e infermieri.

“L’intensità dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza – spiega Cecile Barbou, coordinatrice medica di MSF – frena i movimenti in tutta l’area. I pazienti hanno paura di recarsi all’ospedale per le visite mediche e anche per essere sottoposti alle terapie post-operatorie. Anche il personale medico ha paura di muoversi nel territorio. Nel frattempo continuano a circolare voci su un imminente attacco via terra da parte delle forze israeliane”.

Mentre durante i primi giorni di bombardamento su Gaza gli ospedali erano sovraffollati dall’afflusso di feriti, ora le strutture sanitarie sono in grado di fronteggiare il numero di pazienti che ricevono ogni giorno. “All’inizio c’era molta confusione – dice Franck Joncret, capo missione di MSF – dovuta al massiccio e improvviso sopraggiungere di feriti. Poi poco a poco il lavoro è stato riorganizzato e ora i medici palestinesi riescono a sistemare i feriti che arrivano”.

Dal 30 dicembre, MSF tenta di riaprire la sua clinica pediatrica a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, dove le visite effettuate hanno permesso di alleggerire la pressione sull’ospedale di Kamel Edwan. Il primo di gennaio i bombardamenti nella zona hanno costretto MSF a sospendere il proprio lavoro due ore dopo aver cominciato. Nel frattempo a Gaza City solo pochi pazienti hanno potuto recarsi alla clinica di MSF per le visite. Oggi, 2 gennaio, entrambe le cliniche di MSF sono vuote poiché i pazienti non riescono a spostarsi a causa della totale insicurezza.

Per fronteggiare questa situazione, MSF sta modificando la sua strategia di soccorso. Il nostro personale medico ha cominciato a visitare i pazienti nei propri quartieri. ” Sedici operatori locali di MSF, sia medici che infermieri, hanno portato a casa medicine e altri materiali sanitari – spiega Jessica Pourraz, coordinatrice di MSF a Gaza – in questo modo riescono a occuparsi dei pazienti che sono malati e anche dei feriti direttamente nei loro quartieri”. 

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